Pagina 9 - Il Tassello

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Sulla strada
A
ppunto. In questo momento storico della nostra società, alzi la mano qualcuno
che non ha mai avuto un cattivo pensiero, qualcuno che non abbia mai fatto
uno sgarbo a nessuno, venga avanti qualcuno che, in questo strano mondo di
“vaffa”, non abbia mai mandato a quel paese nessuno.
E non voglio andare oltre. Queste che ho citato sono situazioni tra le più edulcorate
che fanno sorridere i protagonisti delle cronache nere quotidiane che sentiamo in
televisione o sui “social”.Non voglio nemmeno, perché sarei banale, fare un articolo per
parlare delle cattive strade possibili ed immaginabili. Voglio però dirvi che il pezzetto
di canzone che ho trascritto è il finale della lunga ballata di Fabrizio De André che fa
parte del disco “Volume 8” scritto e pensato dal cantautore genovese nel 1973, “quasi
mezzo secolo fa”direbbero i più arguti.Bene, avete ragione, la canzone è vecchia ma De
André è un genio della penna. Nel brano sono citate situazioni particolari e fantasiose
come un furto dell’incasso ad una prostituta, il cambiamento della rotta ad un aereo
(che poi cade), l’accanirsi con altri drink su un diciottenne già alcolizzato, lo sgarbo ad
un militare durante una parata. Ovviamente invito ad ascoltare la canzone ed a leggere
il testo. Tutte situazioni al limite, ma allo stesso momento tutte cattive strade che
purtroppo possono far parte dei nostri comportamenti. Di cattivi maestri ce ne sono
tanti, citarli tutti sarebbe lungo, noioso ed anche imbarazzante. E poi ci pensano già i
sociologi o peggio i tuttologi che sono sempre pronti a dire la loro opinione sul piccolo
schermo. Fare poi l’imitazione di quello che si vede e quello che si sente è presto fatto,
specie per gli “ultimi” delle città, o dei paesi più sperduti. L’attualità dei nostri giorni
è questa: quasi sempre brutta roba, le buone notizie non passano perché non fanno
ascolto. E allora che dire? Almeno noi, che ci diciamo cristiani e cattolici, cominciamo
a remare contro. Usciamo dallo schema ”tanto peggio tanto meglio” e cominciamo a
svoltare dai vicoli senza ritorno delle cattive strade. “C’è da fare” recita una canzone di
qualche tempo fa, la cantava Giorgia. In questo periodo pasquale, usciamo dal guscio
dell’uovo di cioccolato.Lo possiamo anche mangiare, il cioccolato dicono che dia buone
sensazioni.Ma subito dopo andiamo a lavorare perché “la messe è molta ma gli operai
sono pochi”, e da fare, veramente, ce n’e è per tutti.
Giovanni