PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2000
Numero 8 - Giugno 2000

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Giustizia

Oggi non riesco a smettere di pensare alla giustizia. Non esiste essere umano che almeno una volta nella vita non abbia cercato la giustizia.

Giustizia, che bella parola… Il vocabolario la definisce così: "Virtù per la quale si giudica rettamente, si riconosce e sì da a ciascuno ciò che gli è dovuto".

Questa definizione è forte. Lo sentite anche voi quanto sia imponente. Innanzi tutto è una virtù che permette di giudicare, quindi una qualità nobile che poche persone o istituti possiedono. La magistratura e i magistrati in tutti gli stati moderni rappresentano i virtuosi che hanno il potere di giudicare. Così l’uomo giudica l’uomo.
Essi però devono giudicare rettamente e quindi attenersi a delle regole, o meglio, leggi dettate anch’esse dall’uomo, dimodochè si riconosca il reato e si dia a ciascuno ciò che gli è dovuto.
Questa definizione, splendida nel suo essere, è oggi costantemente mal interpretata e lo possiamo vedere ogni giorno non solo attraverso i mass media, i quali testimoniano le ingiustizie, ma anche attraverso la vita quotidiana di ognuno.
Oggi la coscienza non appartiene più all’uomo ma alle regole, le quali "narcotizzano" la coscienza stessa arrivando a giustificare qualsiasi azione negativa. Siamo arrivati ad estremi: gli Americani addirittura hanno legalizzato la pena di morte. Come a dire che legalizzandola sia diventata "cosa buona e giusta…". In realtà abbiamo costruito un mondo corrotto. Ho sottolineato la parola "abbiamo" perché ognuno di noi si assuma la propria responsabilità di fronte a questo problema. Oggi si è persa la capacità di perdonare, ma senza il perdono non vi è giustizia.
Cristo per primo perdonò l’umanità, la giustizia invece era nelle mani di Dio nostro.
Credo che la giustizia non si ritrovi nella società, ma nell’animo di ogni individuo e sta a noi essere capaci di farla sbocciare. Ognuno di noi possiede la virtù per la quale si è capaci di agire rettamente ed ogni qualvolta non si agisce giustamente si è responsabili del reato; quel reato che oggi, duemila anni dopo la nascita di Gesù Cristo, permette che milioni di persone muoiano ancora di fame, altre vengano trucidate per le guerre, ed altre ancora siano impotenti davanti alla corruzione.
Fortunatamente esistono anche persone giuste che hanno imparato a perdonare permettendo di spostare la nostra attenzione sui veri problemi sociali. Persone che ci aiutano a capire, tramite la loro parola, che è possibile operare giustamente, nella speranza di un mondo migliore.
Queste parole potrebbero sembrare un po’ retoriche ma, purtroppo è le sento come reali. Dalla mia piccola esperienza posso dire che, solo ascoltando la voce del proprio cuore, si può dire o raccontare di aver vissuto giustamente.
"Ancora oggi, dopo duemila anni d’insegnamento, c’è chi chiede la vera giustizia".

Alex

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