Pagina 1 - Il Tassello

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Parrocchia Santa Maria Regina, Busto Arsizio - 1 marzo 2004 Anno VI - Numero 5
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Se dicessi che sta iniziando la primavera, tutti capirebbero che è vero non dalle mie parole ma
dalla natura che scoppia. Non ci sarebbe bisogno delle parole perché tutti noterebbero l'arrivo della
nuova stagione dai rami degli alberi. Ma non è sulla primavera che vogliamo parlare nel "riquadro"
di questo numero del Tassello, anche perché la neve e il freddo di questi gironi ci rimandano più
all'inverno. Nelle nostre chiese mancheranno per un po' di settimane i fiori, i colori tenderanno al
viola, ci saranno grossi sassi e grandi pastelli, si userà la cenere… "per forza, è quaresima",
direbbe qualcuno!
Un periodo dove la croce fa il suo ingresso con quel linguaggio che parla del dono di sé, di
gratuità, di bellezza sfigurata, di dolore che attende il giorno nuovo, di uno sguardo che sa amare.
Queste sono le cose che stanno dietro ai segni esterni che vedremo in chiesa, senza bisogno di tante
parole. Potremo cogliere da soli il richiamo ad una preghiera “
che sia
una cosa seria e non buttata in
qualche modo
", l'invito ad un digiuno "
che non si accontenti di saltare la carne al venerdì
", la proposta
di una carità che "
non si limiti a fare una offerta perché si deve
". Tutto per ridare vivacità a ciò che
rischia di essere piatto o stanco. E se fosse una bella primavera?
"Talora ho voglia di morire come il bam-
bino ha voglia di aprire il suo regalo prima del
tempo" così scrive Christian Bobin. L'immagine
di chi si toglie la vita come quell'impazienza di
chi non aspetta il momento giusto per aprire un
regalo. I fatti di cronaca possono essere così
spiegati, come quel bambino che non sa aspet-
tare la festa di compleanno e per curiosità o
forse per egoismo, vuole possedere prima quel
regalo. Un mondo che non sa attendere, un
mondo incapace di aspettare!
Riferendomi a quelle parole, pensavo inol-
tre a come fosse bello immaginare la morte
come il momento in cui si aprono i pacchi da-
vanti a colui che mi ha fatto il regalo della vita.
Mentre vado facendo le mie considerazioni,
sollecitato da una
semplice frase di
questo scrittore che
amo, mi giunge la
notizia della morte
di madre Elisabetta
priora del Carmelo
di Legnano. Con
questa suora carmelitana avevo un rapporto di
stima e di amicizia spirituale, trovando in lei una
"donna di Dio" con cui dialogare e imparare. Ho
avuto modo di venire in contatto con lei diverse
volte, grazie all'amicizia nata dalla mia presenza
per sei anni in una parrocchia di Legnano. Sa-
pevo della malattia di questa giovane priora del
convento, ma la morte è arrivata come un
APRIRE IL PACCO