Pagina 9 - Il Tassello

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Tutte le creature umane - chi
più e chi meno - sono incoscienti
perché dimenticano che nessuno è
eterno, la vita umana è legata a un
filo, e quindi presto o tardi arriva
per tutti il dì fatale, quello della resa
dei conti. Se le persone fossero
coscienti si preoccuperebbero un
po’ di più delle conseguenze del
loro trapasso e prenderebbero
adeguati provvedimenti prima che
sia troppo tardi. Tra gli incoscienti
mi ci metto naturalmente anch’io
perché - pur essendo settantaset-
tenne - non sento ancora il peso
degli anni sulle mie spalle. A tal
proposito Oscar Wilde
scrisse giu-
stamente:
“La tragedia della vec-
chiaia consiste
non
nel fatto di
essere
vecchi, ma nel
sentirsi
ancora giovani”.
Pochi giorni fa - dopo
aver ascoltato una pubblicità te-
levisiva - ho preso in considera-
zione la possibilità di acquistare
una villetta in una valle bergama-
sca. Considerando che ho ormai
imboccato il cosiddetto
viale
del tramonto
e che non ho
eredi,
non è forse questa la dimo-
strazione di quanto sia giusto l’afo-
risma di Oscar Wilde
?
E’ anche vero che - come
si suol dire -
si finisce di vivere
quando si smette di fare progetti
per il futuro
”,
ma ciò non significa
che un centenario debba illudersi
d’avere ancora un futuro davanti a
sé. E’ vero invece che non si
smette mai d’imparare per cui, in-
dipendentemente dall’età, è giusto
continuare a trarre insegnamento
dalla vita, tenendo conto che -
secondo Wilde -
“Esperienza è il
nome che tutti danno ai propri
errori
”.
Cos’è mai la
saggezza
se
non la capacità di pensare e agire
LA TRAGEDIA DELLA VECCHIAIA
SCR I T TOR I L I BER I
immedesimare con quella pietra, “sentirsi”, come la
pietra, pesanti, assolutamente immobili, privi di ogni
attività. Il controllo della propria mente sfuggirà molte
volte e torneranno alla memoria ricordi e preoccupa-
zioni: non importa, impariamo a lasciarli andare via
uno per uno, come palloncini che, sfuggiti dalle mani,
si allontanano verso il cielo…
“Colui che si esercita progressivamente in que-
sta sospensione mentale sentirà calma attorno a sé e il
contatto con il Signore risulterà molto più facile e
piacevole di quanto si creda. E così, senza rendersene
conto, incontrerà se stesso già entrato in una profonda
relazione
da coscienza a Coscienza, in quiete e racco-
glimento” (Larranaga).
Se è vero che la presenza di Dio è sempre
oscura, quando ci si dispone con tutta la propria fede
e il proprio amore di fronte al Signore
si amplifica la
certezza della sua presenza
. E’ come quando
stiamo, in una notte oscura, insieme ad una persona:
non ci vediamo, non ci tocchiamo, siamo in assoluto
silenzio guardando le stelle, ma “sentiamo” vivamente
la sua presenza, sappiamo che c’è. La recitazione
lenta dei Salmi o di qualche versetto delle Scritture
può essere utile per “far presente” il Signore: in questo
modo prepariamo il terreno, manifestiamo la nostra
volontà di fare tutto il possibile per
cercare il Volto
di Dio
, nella consapevolezza che, se ogni orazione è
dono
di Dio, molto di più lo è la contemplazione.
Ora l’anima è pronta: si è liberata per quanto
possibile dei propri pensieri, è imbevuta della Parola
di Dio e, confidando nell’azione dello Spirito Santo,
attende che il Padre riempia il buio della sua solitudine
con la luce della sua presenza. Siamo creati a sua
immagine e somiglianza e portiamo dentro di noi, in
quella regione di confine fra l’uomo e Dio che è
l’anima, il suo Volto: è lì,
nella nostra intimità
, che
dobbiamo andare se vogliamo
contemplare
il nostro
Creatore, se vogliamo metterci in relazione d’affetto
con Lui. Tu, Signore, sei in me e quasi non ci posso
credere!
M
ARIA
L
UISA
PERCORSO DEI FIDANZATI
Ricordiamo che in parrocchia si svolge “un percorso” per coloro che vogliono prepararsi al
matrimonio. Si inizia a novembre e si termina in aprile: dare il nominativo a don Norberto