Pagina 9 - Il Tassello

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Dopo lo scritto, nello scorso numero del Tassello, dal titolo: “Cambiamo la
chiesa?”, qualcuno ha chiesto maggiori informazioni. Ecco! Ci siamo resi conto
che è tempo di parlare di aspetti che riguardano l’edificio chiesa, dopo quasi un
quarantennio dalla sua inaugurazione.
Abbiamo individuato un progettista a cui rivolgere le nostre domande:
“Come dare una collocazione dignitosa alla statua della Madonna? Dove collo-
care il battistero in modo che sia bello e adeguato a ciò che si compie? Come
ripensare quelle brutte finestre sopra l’altare? Come trovare un posto per la pre-
ghiera personale e per le celebrazioni in piccoli gruppi?”. Oltre a questi interroga-
tivi abbiamo dato delle indicazioni dal punto di vista liturgico, seguendo le linee
dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra. Il progettista si è impegnato a lavorare e a
mostrare, in tempi veloci, delle ipotesi di soluzione. Sarà nostro dovere coinvol-
gere “tutta” la comunità a tempo debito per poi dare inizio a questa impresa.
C
ONSIGLIO
P
ASTORALE
CAMBIAMO LA CHIESA SECONDA PUNTATA
Da piccola mi hanno sempre ripetuto che
i
doni
non vanno tenuti gelosamente per sé ma
messi a disposizione degli altri, altrimenti diven-
tano insignificanti e, a lungo andare, perdono il
loro valore e la loro bellezza. Allora pensavo sen-
za troppa fatica: “E’ proprio così, è vero!”.
Il tempo e la pazienza di Dio mi hanno poi
insegnato che è facile a dirsi ma, quando ti trovi a
giocare la partita della vita, le cose vanno diversa-
mente; in campo, con te, c’è la paura di rinunciare
ai tuoi sogni e progetti, alle tue amicizie, ad a-
spetti della tua umanità apparentemente così im-
portanti, ai tuoi affetti più cari … tutto diventa
paura di perdere e il dubbio e la sfiducia paraliz-
zano le certezze consolidate ed hanno il soprav-
vento.
Ogni movimento diventa, minuto dopo mi-
nuto, set dopo set, meno spontaneo, perde di ela-
sticità, padronanza e morbidezza: sembra che in
una manciata di giorni tutto l’allenamento fatto
venga buttato a mare insieme ad ogni fatica.
Come è possibile che niente vada più bene?
Come posso aver disimparato a giocare, a stare in
campo? Prima ero il capitano della squadra e, im-
provvisamente, mi sento un peso, manco di sinto-
nia con i compagni. Non ho più tempismo, ho
perso la coordinazione, ogni mia iniziativa in
campo si rivela sbagliata. Si conclude con troppa
facilità: “Sono un fallimento!”
Pe r
f o r t u n a
ar r ivano
queste stagioni, si entra in queste età della vita
che ci aiutano ad alzare lo sguardo, a ritornare,
talvolta con vergogna, tra le braccia di chi ci ama
veramente, di chi ci ridona fiducia, di chi investe,
ora più che mai, su di noi e ci rimette in cammi-
no, a testa alta e con un più autentico ed insosti-
tuibile senso di fragilità e vulnerabilità.
Oggi … i ricordi ormai lontani di uno sport
praticato ed apprezzato, si confondono con la vi-
ta, mia e delle mie sorelle nella consacrazione,
mia e della mia famiglia, mia e di questa mia co-
munità: tutto e tutti sono il volto di quel Gesù
che, tanti anni fa, ho scelto con grande slancio ed
entusiasmo e che, nello scorrere del tempo, ho
cercato di amare e custodire nei fratelli e sorelle
che Lui mi ha posto accanto come preziosi doni.
Oggi … i racconti della vita di ciascuno,
hanno il sapore di una storia da contemplare.
Oggi … le piaghe, le sofferenze e le lacrime
svelate, mostrano la sorprendente bellezza di quel
Galileo che ha preso carne in quell’umile fanciul-
la di Nazareth ed in ogni nostra carne.
S
UOR ANGELA
IL VIAGGIO DELLA SUORA
Dal 2 al 9 gennaio 2005 ho avuto la fortuna di poter tornare con le
mie consorelle in quella Santa Terra dove è nato, vissuto e morto
Gesù. A modo mio, vi racconto la mia preghiera …