Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Dicono che quest’anno la stagione inver-
nale è completamente stravolta, sia per quanto
riguarda le temperature, sia per quanto concer-
ne la siccità, cioè le piogge e le nevicate, in-
somma come si può constatare una stagione
fuori dalle righe, foriera di quali presagi più o
meno imminenti e seri per la salu-
te e per l’ambiente.
Oggi, guardando fuori dalla
finestra, mentre sono a casa per
un periodo di riposo, l’aspetto
della giornata è tutt’altro che ano-
malo o straordinario per il periodo
in cui ci troviamo, è una giornata tipica-
mente invernale, grigia, buia, avvolta da
una foschia che limita lo sguardo a profili mal
definiti, fatui, evanescenti. Si direbbe che l’in-
verno c’è, è lì a portata di sguardo, non può
essere solo una mia illusione, non lo è! La sta-
gione del letargo, dei silenzi, del buio immi-
nente, delle attese lunghe ed interminabili, dei
tempi morti è tornata, forse per poco, ma è
tornata o almeno così sembra a me. Infatti,
oggi guardando fuori dalla finestra, è proprio
una di quelle giornate grigie, buie, tristi, tristi
davvero. Ma è solo questione di pura meteoro-
logia, oppure si tratta invece di stato d’animo,
di quella interiorità, che tutto dipinge, tutto
permea, tutto pervade con la sua preponderante
superiorità? La domanda sorge spontanea, co-
me bene direbbe Michele Lubrano da Procida,
e la risposta sorge altrettanto spontanea: sì,
affermativo! E’ proprio così, sono in un perio-
do tutto improntato al pessimismo, vedo a tinte
scure, ma cosa ci potete fare, anche i….. pian-
gono. Sic!
Sull’onda di queste emozioni, piuttosto
negative, notizie poco rassicuranti riguardo lo
stato di salute di alcuni miei pazienti mi procu-
rano una vera stretta al cuore, una profonda
compassione, che non mi fa dimenticare o smi-
nuire la mia disavventura, perché ognuno vive
il suo problema per quello che è, ma mi predi-
spone più empaticamente a capire e condivide-
re la loro sofferenza.
Penso che di fronte a certe prognosi dav-
vero infauste, oserei definirle fatali, si rimane
sgomenti, a nudo con la mia sola impotenza
sia di fatti che di parole. In questo momento
particolare, lo ripeto a malincuore, mi frulla in
mente un pensiero fisso, quasi ossessivo: forse
questo Natale è stato l’ultimo, for-
se questa Pasqua potrebbe essere
l’ultima, forse quel compleanno
potrebbe essere l’ultimo o non ar-
rivare mai e così tante altre sca-
denze potrebbero avere lo stesso
incerto avvenire per loro.
E’ triste concepire tutto que-
sto, ma lo riconosco è di uno scon-
certante realismo; penso che a volte, sulla base
dell’esperienza acquisita, apertamente questi
pazienti lo manifestino, altre volte rimane nel
segreto del loro cuore, che resta un libro aper-
to ad un lettore ben attento.
Tutto passa, scorre via, dove, come,
quando, ad ognuno la sua storia, la sua vita,
che si snoda naturalmente con i suoi tempi, le
sue stagioni, con il suo inizio e la sua fine, che
l’uomo nel suo delirio di onnipotenza cerca di
modificare invano. Quindi aspettando che le
condizioni meteorologiche si “naturalizzino”,
l’immagine della stagione di turno, che appare
dallo squarcio della finestra, nasce di più dal
profondo dell’animo umano e se fuori il tempo
è dei più soleggiati e dei più lussureggianti,
poco importa, perché quello che conta è il mio
vissuto interiore, in cui alberga, sempre e co-
munque, una scintilla di speranza, come nel-
l’inverno ci sono i semi della primavera, spe-
ranza, per noi cristiani, che è fede nell’accetta-
re queste prove di sofferenza ed inserirle in un
disegno d’Amore, per chi non crede che la
morte sia la fine di ogni sofferenza e la fine sia
solo un inizio.
D
OC
S
ANDRO
L’ULTIMA…VOLTA
MISSIONE PARROCCHIALE
3 - 11 NOVEMBRE 2007
FINALMENTE !