Pagina 15 - Il Tassello

Versione HTML di base

15
AMBULATORIO INFERMIERISTICO
DIEGO BAITA
L’ambulatorio infermieristico nasce nel 1993 per iniziativa di alcuni volontari impegnati
nell’attività parrocchiale di s.Edoardo ed amici di Diego Baita, scomparso in modo prematuro.
L’ambulatorio
è aperto da lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 10
e garantisce un
servizio, ovviamente gratuito, alle persone che necessitano di prestazioni sanitarie. Qu e s t a
preziosa attività erogata alla popolazione è resa possibile grazie ad un gruppo di infermieri
volontari. Purtroppo, oggi il numero di volontari si è notevolmente ridotto rispetto al passato.
Pertanto, questo articolo vuole essere anche un’occasione per chiedere a chi legge e
conosce infermieri disponibili a prestare servizio come volontari di comunicare all’Ambulatorio
eventuali adesioni. Per informazioni ed adesioni rivolgersi alle responsabili: Laura tel. 0331
351196 (abitazione) tel. 0332 277553 (ufficio).
oltre a non avere un pezzo di
pane giornaliero, non hanno
neppure la possibilità di pen-
sare ad un futuro migliore.
Nel loro sguardo vi si
può leggere solo l’unica sicu-
rezza di essere arrivati vivi
fino ad oggi. Posso però dire
che a queste persone siamo
riusciti a donare, con l’aiuto
di tanti, un sorriso, una spe-
ranza, un futuro non da dispe-
rati ma da chi si sente amato.
A queste persone che ci han-
no aiutato, che ci aiutano e,
spero, continueranno ad aiu-
tarci, va il nostro sentito
“grazie”. Perché ritornarci?
Forse perché siamo stati
contagiati da una brutta ma-
lattia: la Sarajevite!
Forse perché il nostro
cuore è là, i nostri pensieri
sono là, fra le case ancora di-
strutte, fra le persone marto-
riate nel corpo e nello spirito,
fra i problemi dei bambini
rimasti soli e ospitati in una
unica grande famiglia chia-
mata “orfanotrofio”. Una fa-
miglia che si cura di loro, li
sfama ma che purtroppo non
può più donare l’amore di
mamma e papà… Tante sono
le persone che abbiamo cono-
sciuto e ormai “adottato”, nei
nostri viaggi. Viaggi che sono
sempre molto difficili: dalle
frontiere da superare con le
macchine cariche di materiale
alle emozioni che raggiungo-
no il cuore e che spesso non si
riescono a controllare. Nei
nostri giorni di visita siamo
sempre accompagnati dalla
disponibilissima Džana che si
presta a farci da interprete (un
giorno, forse, impareremo il
bosniaco).
La sua storia non è di-
versa da quelle di tante altre
famiglie, fatta di dolore, rim-
pianti e continue lotte per so-
pravvivere.
La soddisfazione di que-
sti faticosi viaggi sta nei sor-
risi che, nonostante tutto, si
disegnano sui volti delle per-
sone che ci accolgono in casa
loro. Sia che saliamo le scale
dei palazzi (se così si possono
chiamare) o che entriamo in
case dove il pavimento è in
pura terra di … Sarajevo e il
bagno è un semplice water
modello speciale Jacuzzi con
striature di diverso colore e
un secchio d’acqua per pulir-
lo, sui volti che ci si presenta-
no si disegna sempre un sorri-
so per l’inaspettata anche se
breve visita.
Vogliamo ricordare qui i
loro nomi: Djana, Zorika, Ha-
mo, Muharen, Ivan, Dzula,
Indira, Hana, Idriz, Merjema,
Mujo, Hasa, Sedina, tutti gli
ospiti della mensa dei poveri
del Pane di Sant’Antonio, tut-
ti i bimbi dell’Orfanotrofio
del Canton Santo di Sarajevo
la “casa del Bambino” e quel-
li delle suore del Bambin Ge-
sù di Vites e Sarajevo.
Tutte queste persone
vivono in Bosnia Herzegovi-
na, uno Stato che, a causa del-
la guerra, non ha un’assisten-
za sociale di nessun tipo, non
ha risorse e non ha lavoro se
non per pochi. Vorrei chiude-
re con un pensiero di Jula,
una ragazza madre costretta
su una sedia a rotelle dalla
pallottola di un cecchino: “…
sono sempre contenta quando
voi venite. Io non parlo italia-
no, ma ormai qualcuno di voi
mastica la mia lingua …” e
con le lacrime agli occhi ci
confessa che per lei, come per
tanti altri, è importante che
qualcuno venga, le stia seduto
vicino e la faccia sentire una
persona normale ... Rinnovia-
mo il nostro “grazie” a tutti
voi che leggete, per l’aiuto e
il conforto che, tramite noi,
portate a queste persone. Nei
prossimi numeri vi racconte-
remo le loro tristi storie ….
M
ASSIMO
O.