Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Mi sono concesso un periodo di pausa per
sostenere le cure più idonee e per riposarmi un
po’. Il tempo passato "in panciolle" (si fa per
dire) trascorre molto lentamente, quasi inesora-
bilmente scandito dalle solite cose: cyclette,
quattro passi "in galleria" con il sottofondo del-
la fedele segreteria telefonica che diligente-
mente riferisce il nominativo ed il numero te-
lefonico della dottoressa sostituta. La giornata
trascorre così, intramezzata da qualche buona
lettura (i libri non mancano mai) o da qualche
aggiornamento medico ricavati da riviste dedi-
cate (anche queste non mancano mai
perchè arrivano a valanghe).
E' strano, curioso, per
me quasi sconvolgente pas-
sare da una vita "frenetica
"scandita da interferenze
continue, che limitano lo spazio
per se stessi, ad una vita, che gio-
co forza è più riflessiva, nel senso
che ti misura con i tuoi limiti, le tue
carenze, insomma quello che non sei più o me-
glio quello che sei ora; è come guardarsi allo
specchio appunto ed è come allora non un sem-
plice riflettere la tua immagine, ma un riflettere
sulla tua immagine. La differenza è abissale,
cambia completamente la prospettiva, passando
da una situazione di mera passività ad una atti-
va partecipazione e consapevole accettazione
della realtà.
Sta proprio qui lo zoccolo duro da supera-
re, ma va scavalcato con tutto l'impegno possi-
bile, se no è inevitabile che ci lasciamo travol-
gere dagli eventi e si faccia strada inesorabil-
mente in noi un senso di sfiducia, che annienta
del tutto le nostre capacità residue, riducendoci
ad uno zero. E' la questione del bicchiere mez-
zo pieno e mezzo vuoto, dipende proprio dallo
spirito con cui lo si considera; l'uno incline alla
disperazione più nera, l'altro proteso verso una
realistica speranza.
Tutto sembra appianato e quasi semplice
sull'onda di questo ragionamento, ma la realtà è
ben altra cosa, è come parlare di sofferenza e
viverla invece sulla propria pelle. Ben altra co-
sa," tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare",
recita un noto proverbio, e in questo caso, non
c'è cosa più azzeccata. Bisogna tro-
varsi in mezzo alla bufera per ren-
dersi conto bene della sua deva-
stante potenza, e la vita riser-
va anche questi momenti di
tempesta, dietro cui c'è sem-
pre una quiete.
Quiete dell'anima che
supera la tempesta o trova un
proprio equilibrio interiore; situazioni
vere e realistiche nella loro rudezza, a cui rara-
mente riesce di sfuggire, ma è in queste circo-
stanze, che viene spontaneo chiedere la speran-
za nel miracolo, non tanto nel miracolo di gua-
rire (per questo valga "sia fatta la Tua volontà
non la mia") quanto nel miracolo di concederci
la capacità di riconoscere i propri limiti e di
saper trafficare e donare i talenti residui. Que-
sta a mio modesto parere è quiete, vera quiete
interiore!
D
OC
S
ANDRO
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
90^ ANNIVERSARIO DELLA APPARIZIONE
40^ DELLA PARROCCHIA
PELLEGRINAGGIO A FATIMA DAL 24 AL 28 AGOSTO
Si sono iscritti al pellegrinaggio 42 persone!
Avremmo eventualmente ancora
tre posti liberi
.
Chi fosse interessato si affretti a prenotare
portando la caparra di €. 140.