Pagina 12 - Il Tassello

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DA UNA SEDIA
DALLA CARROZZINA DI MATTEO
Ultimamente va
molto di moda la
questione dell’ecologia
e d e l r i s p a r m i o
energetico. E’ giusto
cercare delle fonti di
energia alternative al
petrolio e fare qualcosa
per salvaguardare il
pianeta su cui viviamo,
ma non si deve esagerare. La colpa
dell’inquinamento atmosferico non è solo di
chi usa l’auto tutti i giorni per recarsi sul posto
di lavoro; quando il livello delle polveri sottili
si alza troppo, oltre a imporre restrizioni come
le targhe alterne o a promulgare iniziative
lodevoli come le domeniche a piedi, il
legislatore dovrebbe pensare a sostituire i
mezzi pubblici, che fanno un rumore infernale
e inquinano come dei Messerschmitt della
seconda guerra mondiale, e fare in modo che la
raccolta differenziata venga fatta in tutta Italia,
non solo nel Nord.
Ci sono celebrità e personaggi più o meno
famosi che ci sbattono in faccia la loro
coscienza ecologica esibendo le loro
automobili ibride (e bruttissime) e facendo un
sacco di bei discorsi; questi signori
prenderanno 400 aerei all’anno che consumano
e inquinano centinaia di volte in più di un’auto,
e vivono in case di dimensioni demenziali dal
consumo di energia spaventoso. Facile parlare
quando si naviga nel lusso e si nuota nel
denaro.
M
ATTEO
T
OGNONATO
COSCIENZA ECOLOGICA
L’altra sera, guardando stralci di pro-
grammi televisivi senza seguirne nessuno in
particolare, mi sono imbattuta in un’intervista
ad un gruppo di adolescenti. Erano ragazzi sui
sedici anni, da quello che si poteva intuire dalla
sfocatura imposta dalle esigenze di tutela della
privacy e parlavano delle proprie esperienze
con la droga e di come, attraverso di essa, fosse
per loro possibile “occupare il tempo”.
Non parlavano di esperienze esaltanti, di
stati d’animo euforici, di “sballi” provati attra-
verso l’uso di sostanze stupefacenti. Parlavano
soltanto di un’immensa noia, che chiedeva solo
di essere scacciata con un diversivo, uno qua-
lunque. Il più a portata di mano, anche perché
pare che oggi la droga costi poco, e comunque i
ragazzi hanno più soldi in tasca di quanti ne
avessimo noi…
Un malessere continuo e nemmeno piena-
mente riconosciuto, che li fa sentire sempre
fuori posto, sempre senza un luogo in cui star
bene. Non hanno desideri, perché non si aspet-
tano nulla dal futuro. Non hanno passioni, per-
ché non pensano di essere capaci di far niente
bene, e quindi non aspirano a migliorare se
stessi, a conoscere qualcosa di nuovo. Non
hanno nemmeno curiosità, perché non sono sta-
ti abituati a guardare le cose e non solo a ve-
derle.
Credo che, per un ado-
lescente, il senso di apparte-
nenza ad un gruppo sia deter-
minante per la formazione
del senso di sé e per lo svi-
luppo della personalità. Da
ragazzina, e per tanti anni
ancora, ho fatto parte di un
coro e l’impegno delle prove e delle messe do-
menicali scandiva la mia settimana e rappre-
sentava, insieme all’ambiente scolastico, il mio
mondo affettivo e relazionale. Per altri sono
stati gli Scout o l’oratorio o la squadra di cal-
cio.
La scoperta di una passione, di una picco-
la capacità da coltivare e la presenza di qual-
che adulto intelligente capace di indovinarla e
suggerirla senza imporre se stesso. L’incontro
con qualche religioso particolarmente capace di
parlare il linguaggio senza mediazioni dei gio-
vani. Dei genitori capaci non solo di constatare
il proprio fallimento educativo, ma con la vo-
glia e il coraggio di aggiustare continuamente il
tiro nel rapporto con i propri ragazzi e che ab-
biano insegnato loro che la noia non è un nemi-
co da cui fuggire ma la molla che può spingere
a cercare nuove soluzioni e a scoprire di posse-
dere risorse inaspettate e passioni nascoste.
C
HIARA
P
ESENTI
DALLA SEDIA DI CASA