Pagina 11 - Il Tassello

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Due parole per raccontare come procedono le
famiglie “ADOTTATE” grazie al supporto di
don Norberto e di tante altre persone.
Zorica e Hamo
: i loro volti più sereni, i
loro occhi che si illuminano di gioia, ci fanno
capire quanto beneficio dà il nostro supporto
(assistenza infermieristica domiciliare).
Hana-Merjma e Jndira
: hanno final-
mente un tetto.
Kemo
: I medicinali per colesterolo e sup-
porto in denaro stanno
risollevando piano piano
i problemi.
Il ricavato offerto
dai bambini della 1^ Co-
munione, è stato devolu-
to a:
Sambra, Sedjna e
Alma
, ragazzine che fre-
quentano la scuola “Alija Name-
tak”, con seri problemi famigliari.
Hasa
: purtroppo i problemi di salute di
cui soffre continuano a non permetterle ancora
l’utilizzo delle protesi alle gambe.
Dzana
: la figlia Mersiha ha finalmente
trovato un lavoro come commessa in un nego-
zio di abbigliamento.
Ultimo caso conosciuto è quello di una
famiglia composta da cinque persone. La mag-
giore 17 anni di nome
Arnella
è cerebrolesa.
La loro abitazione è priva di impianto idrauli-
co, e altre primarie necessità. Il nostro intento è
di seguirla maggiormente nel prossimo viaggio,
perché l’amore, generosamente regalato, dona
speranza quando questa è oramai svanita.
Tutto questo è possibile grazie al vostro aiuto.
M
ASSIMO
UN CLIK DA SARAJEVO
Siamo una gregge molto
fortunato perché abbiamo a-
vuto l’onore di essere guidati
da due pastori molto in gam-
ba. Uno, il professore, si pre-
sentava solo alla domenica e
le sue prediche (ma si posso-
no definire così?) sono diven-
tate subito leggenda. Citava
Bisio e San Paolo, Jovanotti e
Platone, Freud e Sant’Agosti-
no. Regalandoci ogni volta
dei pensieri profondi in modo
appassionante. Don Stefano è
veramente un grande “regalo
ambulante” che, personalmen-
te, non avrei voluto condivi-
dere con altri. Però il “Capo”
lo ha chiamato quindi: buona
fortuna profes-
sore!
L’altro
p a s t o r e ,
l’operaio,
è un po’
più du-
ra de-
scriverlo perché il distacco fa
male. Aver percorso insieme
tanta strada fa si che i pensie-
ri si ingarbuglino. Occorre-
rebbero alcune pagine per
elencare tutte le iniziative av-
viate da don Norberto, le co-
struzioni realizzate, le idee
messe in pratica, i fogli stam-
pati e i “Tassello” riempiti.
Attività sempre portate avanti
“ t imbrando i l car t e l l i -
no” (come gli hanno insegna-
to da piccolo) con fatica, quo-
tidiana, al servizio di tutti noi.
Un operaio fedele alla sua
mansione e missione. Ma non
ci si può fermare solo alle a-
zioni e alle cose fatte. Occor-
re andare laggiù nel profondo
del nostro cuore per capire
che prima di tutto, don Nor-
berto, è uno stacanovista dello
Spirito.
Tante parole, tante ri-
flessioni, tanti silenzi e tante
emozioni si sono fissate lag-
giù in fondo
e li ci ri-
mangono.
So già che davanti
agli elogi, essendo lui
di spirito operaio, di-
rà: “ho fatto solo il
mio dovere, l’impor-
tante è amare Gesù e il prossi-
mo” e timbrerà tra le lacrime
l’ultimo cartellino. Hai ragio-
ne don! Tu per primo ci guidi
all’amore per Dio e per gli
altri, però questo è il momen-
to del distacco, le emozioni
zampillano e le parole corro-
no.
Ciao don Norberto, ti
saluto con un po’ di tristezza
mista a felicità. Sono triste
per l’addio ma felice per aver
avuto la fortuna, insieme alla
mia famiglia, di averti come
guida. Con affetto,
A
NDREA
L’OPERAIO E IL PROFESSORE