Pagina 1 - Il Tassello

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Anno XI - N. 5
23 febbraio 2009
Parrocchia Santa Maria Regina, Busto Arsizio
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La parola limite, dal latino
limes, significa confine, linea di
separazione.
E’ la distanza tra ciò
che conosciamo e ciò che ancora
ci è ignoto, tra quello che siamo e
quello che potremmo diventare.
Il superamento del limite, inteso
come la difficoltà di andare oltre
nella nostra ricerca personale, ha
alla base un atto di volontà, una
scelta, più o meno consapevole,
ma fatta in prima persona.
Come quella fatta da Ulisse quan-
do varcò le colonne d’Ercole, l’e-
stremo confine del mondo allora
conosciuto, rischiando la morte; o
come quella di Galileo, che, contro
tutto e tutti, proclamò che è la Ter-
ra e non il Sole a muoversi nel cie-
lo…
Ma il limite è anche un argine, u-
na linea di contenimento che ci
impedisce di traboccare, allagan-
do e travolgendo tutto ciò che ci
sta intorno. In questo caso il limite
è un divieto, un insieme di regole
che rende possibile la convivenza
con il prossimo.
Infine il limite può essere un osta-
colo, come una barriera architetto-
nica o una coda in autostrada all’-
ora di punta, o come la difficoltà
di comprendersi parlando lingue
diverse…
E se qualche sfumatura di signifi-
cato ci è sfuggita, perdonateci:
anche noi della redazione abbia-
mo i nostri limiti!
L
A REDAZIONE
Questo
famoso
racconto biblico ci aiuta
ad entrare nel tema della
trasgressione. L’interpre-
tazione classica del testo
suona sinteticamente co-
sì: gli esseri umani si
stanno organizzando per
fare un
unico
corpo stabi-
lendosi in un’
unica
valle,
dandosi un’
unica
lingua,
costruendosi
un’
unica
città con un’
unica
alta
torre per attribuirsi un
nome in opposizione a
Dio.
Questa prospettiva
di unità e di slancio verso
il cielo è vista dall’Altis-
simo come un atto di ar-
roganza e di sfida, subito
punito con la discesa dal
cielo della trinità stessa,
che confonde le lingue e
disperde il popolo su tutta
la terra.
Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una
pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono… Poi
dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre,
la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per
non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a ve-
dere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il
Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti
una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora
quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibi-
le. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché
non comprendano più l’uno la lingua dell’altro». Il Signore
li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costrui-
re la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Si-
gnore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li
disperse su tutta la terra.
(G
ENESI
11,1-9)
OLTRE IL LIMITE
LA TRASGRESSIONE
DELLE FRONTIERE