Pagina 3 - Il Tassello

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L’Avvento veste viola
in questo numero
1. M
aranathà
Don Attilio
2. I
l
viola
Don Peppino
3. I
colori
dell
’A
vvento
Don Giuseppe Como
4. L
e mille
sfumature
Suor Cristina
5. E
le
reti
si
rompevano
l
attesa
come momento
di
fede
e
di
speranza
Andrea Inzaghi
6. V
iola
Noemi Bettin
7. T
ra
ragione
e
sentimento
:
il
colore
viola
Serena Camerini
8. R
icette magiche
Silvio Ceranto
9. L
a
tavolozza
e
i
pennelli
Antonella Bellotti
10.A
l
binario
Maria Luisa Lualdi
11.B
uona
domenica
- L’
attesa
Giovanni Grampa
12.Q
uanto
ha
fatto
la
F
iorentina
Matteo Tognonato
13.L’A
urora
Caterina Navarro
14.V
ioletta
e
l
’A
vvento
Luca Tessaro
15.C
odici
viola
Chiara Pesenti
16.L
a
riconciliazione
e
il
perdono
Antonella Martino
AGENDA
e anche paura.
Poi l’attesa del trasferimento a Verano Brianza, per
obbedienza al Card. Colombo, cambiamento inaspet-
tato. Non ho mai chiesto e mi sono sempre trovato
bene.
Poi l’attesa prima delle numerose e difficili opera-
zioni chirurgiche: trepidazione, fiducia, ansia, e anche
paura erano i miei sentimenti. Ma anche lì mi è andata
sempre bene. Provvidenza?
Ma l’uomo oggi cosa attende? Ciò che attende l’uo-
mo non è il buio del nulla, ci attende la luce abba-
gliante del divino sorriso, che tenderà le braccia per
accogliere ciascuno di noi e rivelarci il capolavoro che
siamo. Dal momento in cui è nato alla vita ogni uomo
ha ricevuto un destino eterno, un’esistenza che non fi-
nirà, una vita che sarà un continuo scoprire la bellezza
del dono ricevuto.
Quali sono le nostre attese?
**Penso all’atteggiamento della madre che attende
il momento del parto: essa sa che per essere madre
occorre passare per il dolore del parto, ma la sostiene la
certezza che non c’è gioia più grande di sentire posarsi
sul seno quel piccolo essere caldo del proprio amore.
**Penso all’attesa dell’amata che sospira l’amato.
C’è un passo del Cantico dei cantici che esprime bene
i sentimenti degli amanti:
“Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando
per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio
diletto a un capriolo, a un cerbiatto. Eccolo, egli
sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia
attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e
dice: alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché,
ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è
andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del
canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa
sentire nella nostra campagna. … O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli
dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua
voce, il tuo viso è leggiadro… il mio diletto è per
me e io per lui. Egli pascola il gregge tra i gigli. …
ritorna, o mio diletto, somigliante alla gazzella o al
cerbiatto sopra i monti degli aromi.”
** Penso alle attese di un papà e di una mamma,
quando guardano i loro figli crescere in un mondo
come il nostro, penso alle preghiere che rivolgono al
buon Dio: proteggi questi nostri e tuoi figli.
** Penso alle attese del lavoratore, di quello che cer-
ca lavoro, di quello che ha perso il lavoro, di quello
che è precario. Quante trepidazioni, scoraggiamenti e
quanta gioia quando ha trovato un lavoro sicuro.
** Penso alle attese dei nostri bambini, mentre si
avvicina il santo Natale. Cari genitori, non date tan-
te illusioni ai bambini, non date le cose che durano
un giorno, date loro la gioia di incontrare il Bambino
Gesù. Sì, è bello attendere il regalo, ma nel contesto
del Natale cristiano, fatto di preghiere, di amore, di
pace, di vita cristiana, di solidarietà per chi è in dif-
ficoltà. Avete pensato a educare i vostri bambini alla
sobrietà e alla condivisione?
Attendiamo il Natale con fiducia in questi tempi e
buttiamoci, sicuri di cadere in buone mani, sicuri che
Dio ci attende a braccia aperte per dirci: Ti sei fidato
di me, ecco il premio.
Don Peppino