Pagina 13 - Il Tassello

Versione HTML di base

13
Dopo la quarantena
100% Amore
L
a neve il nove di marzo è un evento
abbastanza raro. La luce è già quel-
la primaverile ma il freddo è,
brrrrr
,
tipicamente invernale. Ma non è stato solo
il tempo atmosferico a rendere particolare
la giornata: quel martedì con la 1
a
H è stata
programmata la visita alla Sinagoga di Mi-
lano. Ero abbastanza emozionato per questa
iniziativa.
L’incontro con la realtà dei nostri “fratelli
maggiori” mi incuriosiva e nello stesso tempo
mi preoccupava: un conto è conoscere una re-
altà studiandola sui libri e un altro è incontrare
delle persone in carne ed ossa. Mi ero premu-
nito di procurarmi una kippah (è la “papali-
na” che gli ebrei maschi osservanti sono obbli-
gati ad indossare) per me e per i miei alunni
e fare così bella figura arrivando, in qualche
modo, preparati. Arrivati in Sinagoga mi sono
accorto che le mie ansie erano inutili perchè
all’entrata c’era un bel cesto pieno di kippah
a disposizione dei visitatori. Il colpo d’occhio
all’interno della Sinagoga è imponente. Sul
fondo, coperto da un telo, c’è l’armadio del-
la Torah con all’interno il rotolo della Legge.
L’armadio è incastonato in un imperioso muro
ricoperto da piccole piastrelle dorate. Il muro
dorato è inserito, a sua volta, nella parte po-
steriore della Sinagoga che è realizzata con
grosse pietre scure rettangolari (che vogliono
ricordare il Muro del Pianto di Gerusalemme)
nella cui parte alta del sono incisi i dieci co-
mandamenti in ebraico antico. Sopra al tavolo
dedicato alla lettura della Torah ci sono due
grandi candelabri a 7 braccia che sono poi ri-
portati, a mo’ di simbolo, sulle vetrate laterali
e sugli arredi. La nostra guida è una simpatica
ragazza ebrea della Comunità di Milano. L’in-
contro è piacevole e scivola via senza intoppi
pur durando 1 ora e ¾. La si ascolta volentieri
e i ragazzi sono interessati; molte sono le curio-
sità ed alcune generano anche ilarità “
Ma voi
pregate in direzione de la Mecca?
;
Vi sposate
in bianco?; ma andate a mangiare da Mc Do-
nald’s?
”e “
se nessuno può
toccare il rotolo del-
la Torah,
come hanno fatto a
p r odu r l o
e a scriverlo?”.
Altri
quesiti cer-
cano, invece, di capi-
re meglio, di approfondire: “
E’ difficile essere
ebrei a Milano e, più in generale, in Italia?”
Usciamo dalla Sinagoga e,
nevicando anco-
ra
, c’è poca voglia di commentare
a caldo
l’in-
contro. I ragazzi slittano via veloci verso mete
adolescenziali: chi deve andare ai corsi di recu-
pero pomeridiani a scuola e chi si infila in un
fast food. Fra noi colleghi ci fermiamo a fare
qualche chiacchiera ed a commentare l’incon-
tro. Siamo concordi sul fatto che, dal punto
di vista degli ebrei ortodossi (quelli che osser-
vano tutte le norme), noi cristiani dobbiamo
apparire molto “sregolati”. Mangiamo di tutto
(compreso il maiale), alla domenica siamo im-
pegnati in varie attività (loro vivono la festa
del sabato in assoluto riposo), non preghiamo
in direzione di un luogo (Gerusalemme) ma ci
adattiamo a celebrare la messa anche in luo-
ghi non specificatamente religiosi. Concordia-
mo che l’elenco delle cose che, probabilmente,
loro non comprendono di noi cristiani è molto
lunga ed essendo sempre più imbiancati dalla
neve, ci fermiamo senza stare troppo ad ap-
profondire. Breve sosta al bar e via verso mete
tipiche da docenti. Alcuni giorni dopo ritrovo
i ragazzi di I H e, Federica, dall’alto dei suoi
simpatici 14 anni mi dice: “
Ma prof. si bello
l’incontro in Sinagoga, forse un po’ lungo, ma
prof. senza criticare ma...come si fa’...senza la
confessione. Loro hanno tutte quelle regole da
rispettare, ma senza la confessione come si fa?
A chi parli di te e dei tuoi peccati?”
– “
Che
bella riflessione Federica!
” e ne approfitto per
raccontare che i cristiani hanno la “fortuna”