Pagina 7 - Il Tassello

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I cinque sensi
Il cerchio di giotto
Dalla carrozzina di Matteo
N
ella mia vita non ho mai
avuto e mai avrò la possi-
bilità di andare a Roma, ma
sono stato in molte chiese bellissime
e persino imponenti, quindi, con un
po’ di immaginazione, posso pro-
vare a descrivere la sensazione di
trovarsi al centro di piazza S. Pietro
e all’interno dell’omonima basilica;
la vista del colonnato del Bernini e
della colossale struttura a cui fa da con-
torno deve lasciare il visitatore a bocca aperta,
ci si deve sentire davvero microscopici,come dei
piccolissimi insetti.
Una volta entrati all’interno penso che si pas-
si buona parte del tempo (di cui sarebbe facile
perdere la cognizione) guardandosi intorno e in
alto come degli ebeti,deve essere qulcosa di stu-
pefacente. Quando guardo in televisione la messa
di Natale (ma anche quella di Pasqua) del Papa
rimango sempre impressionato dal numero di
persone che possono stare su quella piazza e dalla
grandiosità del rito,sicuramente il coinvolgimen-
to è totale. Se la capitale l’ho vista solo in televi-
sione, per fortuna c’è un posto in Umbria carico
di altrettanti significati storici,religiosi e artistici
che ho visitato e ammirato fisicamente: Assisi.
Di particolare (ça va sans dire) rilevanza è la
basilica di S. Francesco, di stile gotico italiano,
è quasi completamente affrescata da Cimabue
e dal suo allievo Giotto, e presenta, nella basi-
lica superiore, la più grande raccolta di vetrate
d’Italia, un’opera d’arte e architettura religiosa
straordinaria che non può non attirare
gli sguardi rapiti dei visitatori; pec-
cato che la vista di tanta bellezza
sia parzialmente condizionata dal-
la presenza invadente della voce di
un frate che richiama al silenzio.
Io capisco benissimo che si trat-
ta di un luogo di culto e ci si deve
comportare adeguatamente, però è
impossibile non commentare opere così
meravigliose realizzate quasi 800 anni fa, alla
fine non c’era in corso una messa (le funzio-
ni più importanti devono essere sontuose).
Comunque non serve un luogo di turismo per
trasmettere quella spiritualità che caratteriz-
za la religione, è sufficiente una chiesa vuota
qualunque in una città qualunque; sarà che ci
si trova in luogo ampio che fa rimbombare la
voce,sarà per quello là sulla croce che ti guar-
da, sarà per le luci soffuse delle candele, ma
parlare sottovoce o fare silenzio è qualcosa che
viene naturale.
Un’ultima osservazione: durante alcune mes-
se di cartello (chiamiamole così) viene bruciato
l’incenso; a me non dà fastidio ma a qualcuno
sì, ogni volta molti fedeli iniziano a tossire, sem-
bra una riunione tecnica con Essien, Abbiati e
ciò che rimane di Emerson, secondo me si può
evitare, non aggiunge niente alla liturgia. Buon
Natale a tutti.
Matteo
S
i sa che gli esseri umani sono normal-
mente dotati di cinque sensi: vista, udito,
tatto, olfatto e gusto.
Qualcuno, poi , possiede una sorta di sesto sen-
so, una sensibilità particolare che gli conferi-
sce la capacità di intuire e perfino presagire la
realtà.
Cheddonna aveva anche il sesto senso e tre
quarti: la rarissima capacità di prevedere e an-
ticipare le tendenze del momento. Era quel che
si dice una
trend setter.
Se Cheddonna decideva di comprare un ve-
stito color canarino, si poteva esser certi che
il giallo sarebbe stato il colore della stagione.
Cheddonna e il sesto senso e tre quarti
Le avventure di Cheddonna