Pagina 4 - Il Tassello

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Le relazioni
Purtroppo ci sono molti esempi
contrari che profanano e distrug-
gono questa custodia.
Il paradosso, il colmo è che
quanto più si riconosce l’impor-
tanza della famiglia, e tanto mino-
ri sono le attenzioni e i provvedi-
menti messi in campo a favore. E’
vero quello che dice papa France-
sco: tutti parlano di famiglia ma appena pos-
sono la bastonano.
In Italia, quando ci sono restrizioni di fare, il
primo soggetto ad essere colpito è lei, la fami-
glia. Alla base del problema c’è una grave ca-
renza di educazione alla fede.
La nostra Carta Costituzionale, agli articoli
29 e 30 recita:
“La famiglia è società naturale
fondata sul matrimonio”
e papa Francesco com-
menta:
“La famiglia così intesa rimane il primo
e principale soggetto costruttore della società e
di una economia a misura di uomo e come tale
merita di essere fattivamente sostenuta”.
Una
famiglia soggetto e non oggetto.
Invece i nostri parlamentari si danno un gran
daffare per risolvere i problemi dei gay, degli
omosessuali ( per i quali siamo rispettosi della
loro scelta) ma non possono distogliere l’impe-
gno per la famiglia voluta da Dio e da madre
natura.
Tornando dal suo viaggio apostolico in Sri
Lanka e Filippine, papa Francesco, senza esi-
tazione, ha risposto ai giornalisti che Paolo VI
nella sua enciclica Humanae vitae ha dato una
indicazione profetica. Detto da papa Francesco,
pastore attento alle difficoltà della famiglia, è
un invito a guardare alla saggezza e fedeltà al
mandato di Cristo e della Chiesa, per essere sale
e luce di carità nella verità per il bene dell’intera
famiglia umana.
Già nella enciclica Populorum progressio del
1964 Paolo VI affronta il problema demografi-
co, chiedendo ai pubblici poteri di intervenire
mediante la diffusione di una appropriata in-
formazione e l’adozione di misure opportune,
purchè siano conformi alla legge morale e ri-
spettosi della giusta libertà della coppia: perché
il diritto al matrimonio e alla procreazione è un
diritto inalienabile, senza del qua-
le non si dà dignità umana. Invece
siamo diventati un paese sempre
più vecchio che si lascia sfuggire
“la meglio gioventù” obbligandola
a cercare lavoro all’estero.
C’è un malato grave, e siamo
noi, l’Italia, sempre più vecchia, in-
capace di rinnovare la sua genera-
zione e di trattenere i giovani. Parole tante ma
manca l’azione, i fatti. Non ci chiediamo più che
mondo lasceremo ai nostri figli ma a quali fi-
gli lasciare questo mondo. La famiglia perde i
rami, serve nuova linfa. La famiglia più dà e
meno riceve; lavora per il bene della società ma
riceve solo sberle. La diagnosi è chiara e la te-
rapia è pronta. Basterebbe frugare nel cassetto
dove giace da tempo il piano per la famiglia e
attuarlo. Vent’anni fa, nel 1994, le Nazioni Uni-
te hanno proclamato il 15 maggio
“Giornata
internazionale della famiglia”
Perché in Italia
non se ne parla? Siamo una società sterile, che
sta perdendo la scommessa della vita; servono
politiche che ridiano fiducia ai giovani, che ri-
ducano il precariato e aiutino a trovare casa.
La famiglia è la cellula fondamentale della
società. Ne genera i nuovi membri, forma la loro
personalità, trasmette i valori essenziali della
convivenza civile, la dignità della persona, il
buon uso della libertà, il dialogo, la solidarietà,
l’obbedienza all’autorità.
Nella moderna civiltà si è offuscata la con-
sapevolezza del ruolo sociale della famiglia e il
malessere della famiglia torna poi a ripercuotersi
sulla società. È necessario riscoprire e valoriz-
zare pienamente il ruolo della famiglia , comu-
nità intermedia tra individuo e società. Occorre
sollecitare le sue responsabilità e sostenere il suo
impegno specialmente in campo educativo ed
assistenziale. La politica deve rivolgerle una at-
tenzione privilegiata e servirla con iniziative di
sostegno e di integrazione; come comunità pri-
maria rispetto ad ogni altra formazione sociale.
“L’avvenire dell’umanità passa attraverso la fa-
miglia”
lo ha detto san Giovanni Paolo II nella
Familiaris Consortio n. 85.
Don Peppino