Pagina 12 - Il Tassello

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insegni a volare, a volare sempre alto verso gli ideali del
Vangelo.
Poi compare una mano destra che dal bordo sinistro dello
scudo si sporge verso il centro ad afferrare il pino: se volessimo
usare il termine tecnico dell’araldica per definire tale figura,
dovremmo parlare di un “destrocherio”. È un’immagine (quella
della mano che afferra il pino e lo tiene saldo) che comunica
subito un senso di fermezza e di stabilità. Di per sé sono qualità
che già il pino con le sue radici trasmette spontaneamente; in
questo caso però l’idea risulta ulteriormente rafforzata. Ma,
potremmo chiederci: di chi sono questo braccio e questa
mano? Al di là dell’origine storica di questo stemma familiare,
proprio per il fatto che ora è lo stemma di un vescovo, viene
spontaneo applicare a questa immagine alcune “risonanze
bibliche”: si tratta del “braccio forte” di Dio, quel braccio che
ha compiuto meraviglie nella storia della salvezza; e soprattutto
si tratta della mano di Dio, che è insieme energica e paterna,
capace di afferrare e di proteggere, fonte e garanzia di ogni
autentica stabilità. In questa interpretazione, se già la figura del
pino rimanda alla stabilità per le sue radici che affondano nella
tradizione, questa stessa stabilità trova motivo di ulteriore forza
e di più sicuro radicamento proprio nella “mano di Dio” che
tutto sostiene e dirige. Miglior augurio e auspicio per il ministero
futuro del nuovo Arcivescovo di Milano non potrebbe essere
“disegnato”.
Il cardinale Angelo Scola, quando venne eletto alla cattedra di
Milano, per primo volle introdurre nel suo stemma il cosiddetto
“capo di Milano”. Per “capo”, in araldica, si intende la parte
superiore dello scudo, dove di solito si mettono alcune immagini
che rimandano ad altre realtà con le quali si vuole istituire uno
stretto legame: per esempio il simbolo di una istituzione o di una
città. E il “capo di Milano” (la croce rossa su fondo argento,
derivata dallo stemma della città) esprime precisamente la
volontà di un riferimento esplicito, di un legame oggettivo, con
la tradizione civile, culturale e religiosa della città di Milano e
dell’intero territorio che su di essa gravita, come per l’appunto