Pagina 16 - Il Tassello

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Attesa del Natale
Rubriche: le avventure di Cheddonna
S
pingendo a fatica un carrello stracolmo, di quelli che tendono a sbandare a destra
perfino quando sono vuoti,Cheddonna provava a farsi largo tra le corsie intasate del
supermercato che, in quella vigilia di Natale, era il compendio dell’inferno dantesco:
dappertutto torme di golosi dai carrelli pieni di ghiottonerie, iracondi in procinto di venire
alle mani per l’ultima teglia di crespelle al salmone e qualche ignavo, perennemente indeciso
tra panettone e pandoro.
Occhi spiritati, volti disfatti dalla fatica e dall’ansia di non arrivare in tempo a preparare
il cenone della vigilia o il pranzo di Natale, a seconda delle tradizioni famigliari e, per
sottofondo, jingle natalizi, interrotti di tanto in tanto da uno scroscio di applausi registrato,
che annunciava la vincita di una bottiglia di spumante da parte di qualche fortunato cliente.
La gente si aggirava spaesata, come in preda a un horror vacui che la spingeva a gettare
compulsivamente cose nel carrello, vedendo quelli degli altri riempiti a dismisura, e così
alle casse si erano formate file interminabili, simili a quelle negli uffici postali, o al C.U.P.
dell’ospedale.Un cartello, appeso vicino a ogni cassa, avvisava che il supermercato sarebbe
rimasto chiuso nei giorni di Natale e Santo Stefano.Cheddonna l’aveva letto distrattamente,
persa nei suoi pensieri.
Dopo tre quarti d’ora di coda, finalmente era riuscita a pagare e a caricare in macchina i
dodici sacchetti contenenti le pietanze per il giorno di Natale.
Giunta a casa, nel riporre la spesa in un frigorifero in cui non sarebbe più potuto entrare
nemmeno uno spillo, aveva fatto, però, un’amara scoperta.
-Oh, no! Ho dimenticato di comprare i litchis! E adesso?-
Dando una rapida occhiata all’orologio si era resa subito conto che a quell’ora, col traffico
congestionato della vigilia, non avrebbe mai fatto in tempo a tornare al supermercato prima
che chiudesse, e l’indomani non sarebbe stato aperto…
-Roba da matti!- aveva commentato tra sé, con disappunto, -Fino all’anno scorso il
supermercato era aperto almeno la mattina di Natale! Altrimenti come si fa, se ci si è scordati
di comprare i litchis?-
Cheddonna non sapeva cosa fare.Non le era mai capitato di dimenticare i litchis.Chissà
cosa avrebbero detto i suoi ospiti!
Per tutto il pranzo era rimasta ad osservarne le reazioni, per cercare di capire se avessero
notato la mancanza del frutto esotico che fa tanto Natale.
Effettivamente qualcosa di strano nel loro comportamento c’era.
Aveva notato che Loziovescovo era andato a sedersi vicino a L’altrozio, e aveva
amabilmente conversato con lui per tutto il pranzo, l’uno nella sua talare dai bordi rossi, l’altro
in un vestito di raso altrettanto rosso, abbinato a un paio di sandali gioiello da urlo, come
vecchi amici che si ritrovano dopo molto tempo.
Aveva sorpreso i suoi genitori, il dottor Dante e la signora Berenice, a guardare commossi
IlPrincipe, che di lì a poco avrebbe compiuto diciotto anni e che loro due, chiusi nel loro
“buen retiro” in Riviera, avevano visto sì e no diciotto volte, da quando era nato.
Natale senza litchis