Anno 2004
Numero 1 - Settembre 2003
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BARBA, BANDANA, BICCHIERE DI VINO
Questi sono i tratti distintivi che
caratterizzano Mauro Corona, un personaggio alquanto eccentrico che abbiamo avuto la fortuna di incontrare durante
le nostre vacanze a Brunico in un incontro culturale cittadino.
Ci eravamo gi?fatti un?idea di lui leggendo
"Il volo della martora" consigliato da Don Norberto prima delle ferie, ma vederlo e sentirlo parlare di
persona ha avuto un impatto su di noi ancora pi?forte. Ci ha colpito subito il suo abbigliamento spartano da
montanaro arrampicatore e non certo da autore in conferenza stampa. L?atmosfera dell?incontro era resa ancora
pi?genuina dalla bottiglia di Chianti presente sul tavolo quale bevanda dissetante per il relatore ?
Le parole di Corona sono state semplici, ma
incisive come la sua scultura, la quale insieme alla scrittura e all?alpinismo, esprime il suo essere pi?
profondo e d?senso alla sua vita. Corona ci ha detto che come nella scultura ?necessario togliere il legno
superfluo per fare affiorare l?opera d?arte nascosta nel tronco, cos?nella vita bisogna eliminare gli
orpelli che soffocano e nascondono l?autenticit?e la genuinit?di ognuno di noi. Lui ha capito che uno degli
orpelli che pi?ci attanagliano ?il desiderio di potere e di successo, ma ha anche imparato dalla montagna che
la vita vera si vive nell?umilt? una volta che si arriva persino sulla vetta pi?alta, oltre quella cima non
si pu?andare e non ci si pu?nemmeno restare, ma indietro si deve tornare. Una saggia filastrocca!
Corona ci ha messo al muro con la sua
essenzialit?e schiettezza, perch?ci ha fatto interrogare sul nostro modo di vivere un po? borghese e
stereotipato. Ci ha stupito di lui, in apparenza uomo rude e un poco irriverente, una forte sensibilit?per le
persone che stanno pi?ai margini della nostra societ? come gli alcolizzati (tra i quali non nasconde di avere
molti amici), gli anziani soli e i venditori ambulanti. E? proprio tra costoro che lui ha trovato quei maestri
di vita e quelle persone buone che nella sua famiglia sono mancati.
Vorremmo ringraziare Corona perch?nei suoi
racconti ci fa amare questi personaggi e ce li fa ascoltare con attenzione, per riscoprire in loro una saggezza
popolare frutto di fatiche e sacrifici che sanno di terra e di strada, di gente comune che affronta la vita giorno
per giorno.
Elisa e Claudio
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