Pagina 5 - Il Tassello

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TRA MOGLIE
E MARITO
“Aspetta!” esclamò ad alta voce Ada dalla
cucina, a Corrado che era appena entrato in casa.
“Aspetta!” ripeté di nuovo Ada correndo verso
Corrado e mettendosi davanti alla porta della sala
impedendogli così di entrare. “Ma cosa c'è?”
domandò Corrado, fra il divertito e lo scocciato
“C'è un picchetto e non si entra?”. “Si entra, si
entra...” replicò Ada “Però si entra ad occhi
chiusi!”.
Detto e fatto: Ada si mise alle spalle di
Corrado e delicatamente, ma con fermezza, pose
le proprie mani sopra gli occhi di lui. Così
"accecatolo" lo fece finalmente entrare in sala.
Corrado sapeva che a sua moglie piaceva
giocare in quel modo. E stava al gioco anche se,
in realtà, non si divertiva un gran che.
“E allora?” domandò Corrado quando fu
giunto nel bel mezzo della stanza.
“Adesso apri gli occhi” disse Ada, con una
voce infantile che a Corrado evocava quella della
Fata Turchina, “e dimmi che cosa c'è di nuovo!
Vediamo se indovini!”.
Aprendo gli occhi, effettivamente, Corrado
fu colto spontaneamente da una piacevole
sensazione. Alle finestre della sala erano
comparse delle tende nuove, ampie, bianchissime.
Ma c'era di più. Nel tessuto erano stati inseriti
degli antichi ricami a
punto intaglio
, con
figure di fiori, di frutti
e piccoli angeli. Si
trattava di tende; nulla
di più. Eppure l'effetto
e r a
r e a l m e n t e
stupefacente: la stanza
sembrava più luminosa. Ma non solo: la luce che
passava dai ricami traforati, esaltava quelle figure
delicate e dava all'ambiente una nota di
familiarità, accoglienza e raffinatezza allo stesso
tempo.
Era proprio una bella sensazione.
“Allora...?” insinuò Ada.
“Mah... sinceramente...” borbottò Corrado
come svogliato “non riesco a capire... ”.
Bugia! Ma perché?
Corrado si era subito accorto della novità e
ne aveva provato sorpresa e piacere. Corrado
teneva alla propria casa ed era contento che sua
moglie ne avesse tanta passione e cura. Corrado
sapeva benissimo che era da due mesi che Ada
andava lavorando al restauro di quegli antichi
pezzi di stoffa che provenivano addirittura dal
corredo della bisnonna (e che dunque avevano
quasi un secolo di vita), e che la mamma di Ada
ADA E CORRADO
OVVERO: LA FINTA AUTONOMIA
Osservo i ragazzi in chiesa seduti sulle panche attenti alle funzioni religiose e
ricordo: quanti anni sono trascorsi da quando un gruppo di ragazzi nelle
cascine, lontano dalla chiesa, imparava le prime nozioni di catechismo seduti sulle
panche non poste in chiesa, ma nella grande cucina della cascina Ferrari. Alla
domenica, dopo il pranzo, si sistemavano in fretta le proverbiali "panche della
dottrina" per accogliere i ragazzi.
La lezione di catechismo aveva un suo modo di svolgersi.
La maestra (chiamata "la beata"), quando tutti i ragazzi erano a
posto, iniziava col chiedere: “Dove siamo venuti?”. Al che si
rispondeva: "Nella casa di Dio per imparare le buone orazioni che
iniziamo con il segno della santa croce”. Seguiva la spiegazione del
catechismo e delle formule da imparare a memoria.
Al termine i ragazzi lasciavano allegri la cucina, si
rimettevano a posto quelle panche perché non servissero ad altri usi:
erano le proverbiali: “panche della dottrina”.
E
LISA
G.
LE PANCHE DELLA DOTTRINA
PENSIERI DI UNA ANZIANA