Pagina 3 - Il Tassello

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DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA
LA BORSA DEL DOTTORE
È la solita ora, sei, sei ed un quarto, il sonno
se ne va; automaticamente, ma un po’ traballanti
le gambe scivolano giù dal letto, infilando le cia-
batte, una sosta in bagno per “cambiare l’acqua…
o per far tanta “tin tin” (come dice la pubblicità di
un’acqua) e via in cucina per la prima colazione.
Nel silenzio della casa gusto la tazza con il
latte e caffè, poco zucchero e due fette biscottate
con marmellata, però non disdegno
quando ci so-
no una buona fetta di torta o dei gustosi biscotti di
pasticceria; gusto anche il silenzio, interrotto dal
cinguettio dei passeri e dal picchiettare cadenzato
della pioggia o dal sibilo del vento
secondo la stagione di turno, oppu-
re dal rombo di un motore di auto-
mobile o di moto di qualcuno, che
si reca al lavoro, rumori questi abi-
tudinari, che ormai ho imparato a
conoscere. Alle 6.20 il signore, mi-
litare di carriera con la sua jeep,
alle 6.25 la V. con la sua Harley
Davidson, una vera amazzone dei
giorni nostri, che cavalca spaventosamente non so
quanti pistoni.
In questa strana atmosfera mi riesce sponta-
neo dare un’occhiata alla massa di giornali di ar-
gomento medico che mi arrivano quotidianamen-
te; ritenere nel cervello qualcosa che leggi è un
altro paio di maniche, ma io confidando nelle pri-
me ore del mattino, che hanno l’oro in bocca, spe-
ro sempre di spendere bene il mio tempo, tanto
da pretendere che diventi un momento di aggior-
namento. Così tra un sorso di caffelatte e l’altro,
tra una pagina di giornale e l’altra, arrivano le
sette del mattino, l’ora della doccia; una bella
doccia ti rinnova e ti prepara ad affrontare meglio
una giornata di lavoro.
Ma che strano, di solito a quell’ora anche
casa mia comincia ad animarsi: prima la moglie
che, svegliatasi, invita i ragazzi ad abbandonare le
brande, magari dando una energica scrollatina
alle coperte dei due ritardatari.
Invece tutto tace quella mattina, silenzio di
tomba; energizzato dalla corroborante doccia e
con alle spalle un’ora di sveglia, quasi indispettito
mi avvio deciso verso le camere per una di quelle
sveglie che lasciano il segno. Prima di compiere
la missione, chissà per quale coincidenza, sbir-
ciando l’agenda con il programma delle visite
giornaliere scopro che quel giorno, per il momen-
to simile a tutti gli altri, è domenica, giorno di
riposo anche per il sottoscritto! Per fortuna me ne
sono accorto in tempo prima di fare la classica
frittata ed attirarmi le maledizioni più …
Lascio le cose come stanno e cerco di orga-
nizzarmi aspettando l’ora di andare a Messa tutti
insieme; in verità mi sento come spiazzato, provo
un senso di inutilità, provo la netta
sensazione di perdere tempo, in-
somma mi manca il lavoro. Stress
da mancanza di lavoro, roba da
fuori di “melone”, semmai il con-
trario!
Eppure è così, si aspetta la
domenica per “staccare la spina” e
quando arriva: che vuoto, che de-
pressione, come se il lavoro fosse
tutto nella vita. Ma si vive per lavorare o si lavora
per vivere? Forse dovrei riflettere più profonda-
mente su questo interrogativo per trovare un equi-
librio nel mio lavoro e nella mia vita. Ritornando
a bomba, venuto il momento di recarmi a Messa,
quando le letture e l’omelia sono particolarmente
ispirate, quell’ora passata in chiesa riempie i sensi
di vuoto, di inerzia e dona una sferzata di speran-
za, di luce e chiarezza al buio dell’anima.
Non è staccare la spina, è come allacciarsi
ad una centrale atomica! Comunque è capitato,
soprattutto d’estate che qualche persona accusas-
se un malore per il troppo caldo, o che usciti di
chiesa qualche paziente chiedesse un parere medi-
co, oppure ricevessi telefonate con richiesta di
visita domiciliare, tutte situazioni che mi fanno
calare automaticamente nel mio ruolo naturale
interrompendo l’atmosfera domenicale. Finito
tutto, elargiti i consigli, fatte le visite l’incantesi-
mo rimane. Domenica è sempre domenica e do-
mani è sempre lunedì.
D
OC
S
ANDRO
TASSELLO CON LA LENTE
Ci è stato segnalato che “sono troppo piccole le parole del Tassello”. Ci scusiamo per il
passato e cerchiamo di correggere già da adesso, per migliorare un giornalino… seguito!