8
LIBERI SCRITTORI
E’ mattina presto, nel-
la pace della mia casa. Il
pallido filo di luce che entra
dalle righe della tapparella
comincia ad ispezionare la
stanza, promettendo una
giornata con poco sole. E’
domenica! Il risveglio non è dei migliori, brucia
ancora nel cuore l’offesa della “settimana nera”.
Le parole, le frasi ormai scappate dalla bocca
risuonano ancora nella mente, come un’eco ta-
gliente.
Questa volta faccio fatica a trovare il “lato
positivo” della situazione. L’unica cosa è “la sin-
cerità” nell’esprimere il pensiero opposto al mio.
Ma, non giustifico e non condivido la licenza di
giudicare e criticare scelte che non ledono alcu-
no. Così, quelle parole lasciano la loro scia ama-
ra e la convinzione che, dopo tanti anni, non han-
no mai capito niente di te.
Con il morale un po’ a terra, la giornata
prende il suo corso. Contrariamente al ritmo setti-
manale, la fretta, le corse per arrivare al lavoro,
gli orari fissi cedono il posto ad una mezz’oretta
in più di riposo, al caffè di mezza mattina, agli
incontri sul sagrato della Chiesa, a due parole
dette con più calma.
Sarà che il tutto è un po’ “velato” da “quella
brutta sensazione”, che anche la bella predica di
Don Stefano sembra proprio indicata per me! U-
gualmente, tra le persone che incontro di solito,
raccolgo qualche dettaglio che aumenta
“l’inclinazione del mio umore verso il basso”.
Spero che la giornata sfoci in qualcosa di
meglio. Ma anche la novità della vincita di un bel
premio alla lotteria non è presa con il giusto entu-
siasmo. Fortunatamente, a sera, comincia a
cambiare l’atmosfera. Tutte le domeniche, ci tro-
viamo con i nostri amici a cena e nella tranquilli-
tà, scambiamo chiacchiere ed emozioni. Mental-
mente, io sono nei miei pensieri: sulla “settimana
nera” che mi ha rovinato la giornata. Anche se
non mi passa, realizzo che ho speso male “il mio
tempo” e che con la rabbia non si arriva a nulla.
Non dovremmo mai sprecare il nostro tem-
po attraversati da sentimenti negativi. Perché la
nostra vita è fatta di questo tempo.Tocca anche a
noi migliorare le situazioni. Qualcuno diceva:
“L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico,
non importa, amalo
…” e diceva ancora: “Da' al
mondo il meglio di te, se ti prenderanno a calci
non importa, dà il meglio di te
”.
Signore mio, però… che fatica si fa!
A
NTONELLA
DOMENICA STORTA
Nella pietra della giovi-
nezza, vicino alla grande quer-
cia del Parco Sicurtà
-
a pochi
chilometri da Valeggio sul Min-
cio - sono incise queste parole
(rimaste scolpite anche nella
mia mente):
“La giovinezza non
è un periodo della vita. E’ uno
stato d’animo che consiste in
una certa forma della volontà,
in una disposizione dell’imma-
ginazione, in una forza emoti-
va: nel prevalere dell’audacia
sulla timidezza e della sete del-
l’avventura sull’amore per la
comodità. Non si invecchia per
il semplice fatto di aver vissuto
un certo numero di anni, ma
solo quando si abbandona il
proprio ideale”.
Quell’inno alla giovinezza
termina con queste parole:
“Quando tutte le fibre del vo-
stro cuore saranno spezzate e
su di esse si saranno accumu-
lati le nevi del pessimismo e il
ghiaccio del cinismo, è solo
allora che diverrete vecchi e
possa Iddio aver pietà della
vostra anima”.
A scanso di equivoci,
v
a
chiarito subito che esistono
due età
:
quella anagrafica e
quella del cuore. Quest’ultima
dipende dalla nostra mente e
dal nostro spirito.
Aveva scritto
don
Stefa-
no
:
“La perdita della flessibilità
è la vera forma di invecchia-
mento della persona. Essere
flessibili, invece, significa acco-
gliere ad ogni età la sfida della
crescita e del cambiamento.
Col passar del tempo il corpo
diventa meno flessibile. Pos-
siamo fare molto, però, per aiu-
tare almeno la nostra mente a
mantenersi flessibile, magari
cominciando proprio con l’im-
porre a noi stessi di non dire
più agli altri “Sono fatto così!”
Significa rimanere giovani, al-
meno nel cuore”.
Sì, mi trovo
con lui d’accordo
,
a patto però
che non si aspetti a settanta o
a ottant’anni a tentare di cam-
biare il proprio carattere perché
GIOVINEZZA DI MENTE E DI SPIRITO