Pagina 3 - Il Tassello

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DOMENICA GIOIOSA
E’ già il quinto che ci incontriamo per ricordare Giovanni e Domenico e per finanziare una inizia-
tiva nata per ricordare un giovane e un ragazzo che ci hanno lasciato. Si tratta dell’adozione a distan-
za di due bambine indiane. Quest’anno abbiamo
raccolti € 750
che verranno inviate in India. Un gra-
zie agli organizzatori e a quanti hanno aderito all’iniziativa.
Le famiglie di Giovanni e di Domenico
Ormai quasi tutto attorno a noi racconta il Natale già alle porte: la chiesa ha
“cambiato il colore” e ci ha dato nuovi appuntamenti per questo avvento, le luci si
accendono per le strade, nelle vetrine e nelle nostre case si aprono gli scatoloni
impolverati con le statuine e il muschio per i presepi, con le palline per l’albero…
Qualcosa si sta movendo. Eppure questo movimento ha un suo fine, uno scopo
ben preciso che è quello di far sentire alla gente l’aria del Natale, di farci respira-
re “l’atmosfera di Natale”. C’è una piccola storia che mi ricorda un po’ questo pe-
riodo. La bambola di sale che vuole assolutamente capire che cos’è il mare e noi,
come lei, siamo in attesa di capire qualcosa di più di un Bimbo che nasce in una
stalla tra bue, pastori, pecore e asini…
“Voleva ad ogni costo vedere il mare. Era una bambola di sale, ma non sapeva che cosa fosse il
mare. Un giorno decise di partire. Era l’unico modo per soddisfare la sua esigenza.
Dopo un interminabile cammino attraverso territori aridi e desolati, giunse in riva al mare e sco-
prì qualcosa di immenso e affascinante e misterioso nello stesso tempo. Era l’alba e il sole co-
minciava a sfiorare l’acqua accendendo timidi riflessi, la bambola non riusciva a capire.
Rimase lì impalata, a lungo, solidamente piantata al suolo, la bocca aperta. Dinanzi a lei, quell’-
estensione seducente.
Si decise. Domandò al mare:
-
Dimmi, chi sei?
-
Sono il mare.
-
E cos’è il mare?
-
Sono io.
-
…..non riesco a capire, ma lo vorrei tanto. Spiegami cosa posso fare.
-
E’ semplicissimo: toccami!
Allora la bambola si fece coraggio. Mosse un passo e avanzò verso l’acqua. Dopo parecchie
esitazioni, sfiorò quella massa con un piede.
Ne ricavò una strana sensazione. Eppure aveva l’impressione di cominciare a comprendere
qualcosa. Allorché ritrasse al gamba, si accorse che le dita dei piedi erano sparite. Ne risultò
spaventata e protestò:
- Cattivo! Che cosa mi hai fatto? Dove sono finite le mie dita?
Il mare replicò imperturbabile:
-
Perché ti lamenti? Semplicemente hai offerto qualche cosa per poter capire. Non era quello
che chiedevi?..
-
Si … veramente, pensavo…, ma…
Stette a riflettere un po’. Poi avanzò decisamente nell’acqua. E questa, progressivamente, la
avvolgeva, le staccava qualcosa, dolorosamente. Ad ogni passo la bambola perdeva qualche
frammento. Ma più avanzava, più si sentiva impoverita di una parte di sé e più aveva la sensa-
zione di capire meglio.
Ma non riusciva ancora a dire che cosa fosse il mare.
Cavò fuori la solita domanda:
-
Che cos’è il mare?
Un’ultima ondata inghiottì ciò che restava di lei. E proprio nell’istante in cui scompariva, perduta
nell’onda che la travolgeva e la portava chissà dove, la bambola esclamò:
-
Sono io.
B
ARBARA
M.
…AL DI LÀ DELLE LUCI!
LIBERI SCRITTORI