Pagina 8 - Il Tassello

Versione HTML di base

8
passassi sulla faccia la carta
vetrata!».
In effetti anche la figlia
Anna si era stupita non poco:
lei, cresciuta in una casa zeppa
di insegne e gagliardetti milita-
ri, di fotografie e ricordi di
guerra; lei, educata dal papà in
modo autoritario e perfino un
po' repressivo, con indicazioni
del tipo: «I bravi bambini non
piangono mai!»; lei, rassegnata
ad avere un papà che le rivolge-
va la parola soprattutto quando
c'era qualcosa che non andava
(un brutto voto a scuola; un
rientro a casa un po' più tardi
del solito), salvo poi elogiarla
davanti agli amici, con orgoglio
manifesto, come se fosse stata
la figlia ideale.
Per fortuna c'era mamma
Marisa... Ma di certo papà Giu-
lio non si era mai concesso a
qualche gesto semplice di affet-
to: un bacio, una carezza, un
abbraccio forte...
Ma gli anni passano. Era
arrivato il primo nipote; e dopo
nemmeno tre anni era arrivato
il secondo... Poi Giulio aveva
compiuto l'età per smettere di
lavorare ed era andato in pen-
sione... Dopo cinque anni era
arrivato il terzo nipote. A ridos-
so del suo settantesimo comple-
anno, un passaggio doloroso: la
moglie Marisa, che di anni ne
aveva esattamente come lui, lo
aveva lasciato solo. Una breve
malattia, ma dalla diagnosi fe-
roce, se l'era portata via in me-
no di un mese. Il tempo di ac-
corgersi della gravità della si-
tuazione e Marisa era partita
per sempre.
Nonno Giulio non aveva
buttato via la fierezza di un
tempo. C'era in lui, però, qual-
cosa di nuovo. Non solo si
commuoveva fino alle lacrime
quando, al sabato sera, guarda-
va in televisione
C'è posta per
te
. Di più: era diventato attento
e affettuoso con sua figlia e con
suo genero, oltre che con i tre
nipoti.
Era proprio con la figlia,
però, che le cose faticavano un
po': ed era Anna stessa a rico-
noscere di essere, in un certo
senso, la causa di quella fatica.
Perché Giulio la abbracciava
spesso; o meglio: mostrava fre-
quentemente il desiderio di ab-
bracciarla, di donare a lei qual-
che gesto di tenerezza; ma an-
che di desiderarlo da lei. Invece
Anna sentiva un forte, fortissi-
mo disagio. E si ritraeva. «Non
è che non gli voglio bene» di-
ceva al marito Claudio, che si
era accorto della cosa e che la
invitava ad essere un po' più
dolce nei confronti del papà, «è
che non ci riesco proprio. Mi
blocco!».
Il fatto è che non si può
creare nulla dal nulla. Se il mo-
do in cui un genitore costruisce
la relazione affettiva con il pro-
prio figlio, quando questo è an-
cora piccolo, manca di alcuni
gesti concreti, questi difficil-
mente potranno essere recupe-
rati quando quel figlio sarà a-
dulto. I baci, le carezze, gli ab-
bracci, fra genitori e figli, sono
come le parole di un linguaggio
che si insegna e si impara quan-
do i figli sono piccoli. Altri-
menti saranno come parole
mancanti che non potranno es-
sere introdotte quando il figlio
sarà più grande. E che, a quel
punto, potranno creare imba-
razzo o disagio, ma perfino ten-
sione. Come se non fossero in
grado di esprimere ciò che vor-
rebbero, o rivendicassero qual-
cosa che non sarebbe giusto
esigere.
Del resto, le parole che
mancano in un linguaggio, so-
no parole che se udite non pos-
sono essere comprese. Per que-
sto è importante, fin da subito,
fin da quando i figli sono pic-
coli, creare con loro un lin-
guaggio affettivo (della parola,
ma anche del corpo) che non
sia appiccicoso, ma neppure
troppo distaccato. L'equilibrio
tra la confidenza e il rispetto
per l'intimità dell'altro, anche
nei gesti più semplici, è un e-
quilibrio possibile e comincia
da qui.
DON
S
TEFANO
CIRCOLO ACLI
Sono aperte le iscrizioni per il tesseramento 2005. Oltre ad aderire
alla Associazione Cattolica Lavoratori Italiani con la tessera si avranno
agevolazioni nella compilazione del modello 730, del modello Unico 2005,
Ici. Ricordiamo che il servizio patronato è aperto in parrocchia al martedì
dalle ore 18 alle 19.30.