Pagina 4 - Il Tassello

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TELECOMANDO
LIBERI SCRITTORI
Si dice che
porti fortu-
na ad una
“ d o n n a ” ,
se la prima
p e r s o n a
che vede nell’anno nuovo è un
“uomo” e viceversa per un uo-
mo. Il 1 Gennaio, il mio sguar-
do fuori dalla finestra che per
scherzo spera di vedere per
“primo” un uomo, s’appoggia
dapprima al marciapiede di
fronte a casa, poi alla campa-
gna dimenticando in fretta il
detto. Lo sguardo scruta il colo-
re diverso d’ogni fascia di terre-
no e gli alberi in lontananza. Il
paesaggio non è molto diffe-
rente dal giorno precedente.
In quei primi minuti del
2005 tra baci, abbracci, sms, lo
scambio di sinceri auguri di
gioia e felicità per un anno mi-
gliore: è di buon auspicio! Ma
non c’è stato nessun cambia-
mento radicale, in quel che o-
gni anno sembra essere “il mo-
mento magico”. Tutto è nella
normalità. Distrattamente,
guardo le case ancora
“addormentate” ai fianchi del
campo: non c’è anima viva!
Penso all’anno trascorso e alle
emozioni vissute.
Faccio una sorta di reso-
conto e non so perché, un po’
pessimisticamente, le prime
cose cui tendo pensare sono le
cose non riuscite e le situazioni
che non riesco a risolvere e a
superare. Penso alle persone
che mi mancano… a quelle
che amo e a quelle che so per
certo che mi vogliono bene. Al
probabile bene e male che
posso aver fatto.
Vergognandomi un po’
dei miei pensieri, che però fan-
no parte della mia vita, penso a
chi sta peggio di me e alle vitti-
me delle tragedie del mondo.
Alcune situazioni mi fanno so-
spettare che mai nulla cambie-
rà davvero!
Il mio sguardo si sposta
all’orizzonte, osservo la vita
della natura che ho davanti.
Apparentemente in questo pe-
riodo, tutto è fermo nel suo ri-
poso invernale. Ma, in realtà,
sta preparando un’esplosione
di colori per la vita che rinasce-
rà. Allora sì! Lì, il cambiamento
sarà evidente! Tutto suggerisce
che è un passaggio obbligato-
rio il riposo e il silenzio dell’in-
verno, anche nella nostra ani-
ma. La “vera fortuna” è
“credere” che la bella stagione
verrà e riuscire a vederla nel
paesaggio della “nostra fine-
stra”.
A
NTONELLA
GUARDARE DALLA FINESTRA
Ho conosciuto don Antonio Mazzi. Anzi, ho
partecipato alla messa celebrata da lui. E’ un
prete piccolo di 75 anni, con i capelli spettinati,
vestito in modo “casual”. Ha gli occhi molto vispi
e la parlantina facile. A tutti da del tu ed è facile
mettersi a parlare con lui. E’ una persona a cui
piace stare in mezzo alla gente. Quando parla va
subito all’essenziale, a ciò che conta nella vita. In
pochi minuti è riuscito a dire, in modo semplice,
dei concetti molto profondi che ti rimangono in
testa e che, volendo, possono raggiungere anche
il cuore.
Qualcosa, comunque, non ha funzionato.
Mi aspettavo di incontrare una star televisiva.
Pensavo che il prete con alle spalle il maggior
numero di ore in televisione (ha superato anche il
papa) fosse una mezza diva. Credevo che la fre-
quentazione all’Isola dei famosi e via dicendo
avessero creato un “mostro” mediatico o qualco-
sa di peggio.
E invece è stato solo don Antonio. Un prete
simpatico, innamorato del suo sacerdozio con
tanta voglia di “sporcarsi le mani” per portare un
segno di speranza nella nostra società (che è
molto mediatica). Una persona che si spende per
la sua Exodus: la comuni-
tà che si occupa di chi ha
problemi di droga o di de-
vianza sociale.
Ho scoperto ancora
una volta che la TV è uno
specchio che deforma
enormemente la realtà.
Ed è facile starsene sul
proprio divano e com-
mentare delle immagini ed a tranciare giudizi.
Certo, chi va in TV, ha sempre la responsabilità
di quello che dice o fa, ma a noi rimane il compito
di capire, di discernere ciò che ci viene comuni-
cato. La realtà supera la fantasia. La televisione,
fortunatamente, non è la realtà. Stare davanti al
teleschermo pensando di guardare il mondo da
una “finestra” è come cercare di guardare la vita
usando un caleidoscopio: ad ogni rotazione del
tubo compaiono nuove immagini ma di ciò che
realmente accade percepiamo solamente una
luce soffusa. E’ difficile accettarlo ma è proprio
così.
A
NDREA
I.
IL CALEIDOSCOPIO