Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Ripensando alla nostra professione, al di
là di ogni suo trionfalismo o idealizzazione,
spesse volte il rapporto col paziente, più che un
atto medico in senso stretto, si risolve in una
bella chiacchierata “catartica ”, che alla fine
soddisfa sia il paziente che il medico. Quante
volte, infatti è capitato che di fronte all’approc-
cio a tinte nettamente drammatiche di
un problema di salute, la pazienza di
ascoltare, prima di tutto, senza banaliz-
zare o peggio senza ergere barriere di
bieca superiorità, del tipo “lei non sa chi
sono io !”, è riuscita nell’intento di ri-
solvere una matassa ben imbrogliata,
senza creare malintesi, anzi risolvendo
parecchi dubbi.
Non è comunque sempre facile
mantenere un atteggiamento così conci-
liante e paziente, a volte la tentazione di
reagire di petto, di pancia, insomma nel
modo che meglio vi aggrada, è tremen-
damente forte soprattutto quando l’in-
terlocutore è di quelli “imparati”, per dirla nel
gergo giusto, che ne sanno una più del… dotto-
re e hanno un atteggiamento francamente pro-
vocatorio; non è tutta colpa loro, perché sono
bombardati da trasmissioni salutistiche, che
propinano consigli sia diagnostici sia terapeuti-
ci sponsorizzati spesso da eminenti professori,
al cui fascino ed autorità è cosa ben ardua sfug-
gire. Infatti non è raro imbattersi in richieste a
dir poco fuori di melone, per le quali si cerca di
recuperare un po’ di sano buon senso a fatica e
con molta perseverante convinzione, ma non
sempre ci si riesce: nascono cosi delle antipati-
che incomprensioni, che minano seriamente il
rapporto di fiducia.
La cosa più buffa è aver a che fare con
quei pazienti, che pretenderebbero un farmaco
per ogni malanno, accumulando così alla fine
della visita un “tir” di medicinali; nella convin-
zione che esisterà un farmaco per tutto, perché
non trovare una soluzione così semplice, che
non implica nessun coinvolgimento, ma la to-
tale delega della propria salute al rimedio mira-
coloso. Scalzare questa convinzione diventa
sempre più difficoltoso in questo mondo medi-
calizzato, dove la risposta anche ai problemi
esistenziali si affida sembra alla scienza
medica, ormai in preda ad un senso di
onnipotenza, per poi cozzare contro i
suoi miseri e reali limiti.
Paradossalmente mi viene da rac-
contare quella barzelletta che vede pro-
tagonisti un medico di famiglia e una
sua assidua paziente, così “attenta” alla
propria salute o meglio a propri malanni
o presunti tali, da chiedere una medici-
na per ogni acciacco. La storia tra i due
si trascinò per tanti anni, fino a quando
un fatale o provvidenziale incidente
stradale pose fine allo stress, a cui era
sottoposto il povero medico. Venuto il
tempo della festività dei defunti il medico si
recò sulla tomba dei propri cari; mentre si rac-
coglieva in preghiera, sentì una voce chiamar-
lo:”Buongiorno Dottore”, che dopo vari tentati-
vi individuò provenire dalla tomba della sua ex
paziente posta lì vicino. Ricambiò il saluto, non
senza un attimo di smarrimento, anzi ripresosi
riuscì a chiedere alla signora se finalmente
stesse bene e non avesse anche lì qualche pro-
blema di salute; di tutta risposta la signora,
quasi a non smentirsi replicò:”Veramente un
problema ce lo avrei, caro dottore, non è che
può prescrivermi qualcosa per i vermi?”.
D
OC
S
ANDRO
Ringraziamo la CORALE PARROCCHIALE (grandi e piccoli)
che hanno animato egregiamente le celebrazioni natalizie con la
presenza dei ragazzi di Taizè. Una occasione per invitare altre
persone ad aggiungersi a questo servizio liturgico, a cui si unisce
il piacere di cantare e la possibilità di incontrare altre persone.
L’ appuntamento è al martedì ore 21.
UNO STRESS D’OLTRE TOMBA