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11 FEBBRAIO - LA MADONNA A LOURDES
E’ il giorno in cui si ricorda l’apparizione della Madonna a Lourdes. Anche
quest’anno, pur essendo sabato, proponiamo l’ iniziativa del “rosario in casa”. Si
chiede che ogni persona malata “inviti” altre persone a pregare insieme in questo
giorno caro alla tradizione cristiana. Viene dato un foglio in cui sono riportate le
intenzioni per cui pregare con la preghiera del rosario. Il momento si conclude
con un po’ di… caffè, di the o altro.
In concreto:
ore 15.15
ritrovo nelle case
alle 15.30
suoneranno le campane e subito dopo inizierà la preghiera
alle 16 circa
ancora le campane segnaleranno la conclusione
“Quando sono debole
è allora che sono for-
te” (2 Cor 12,10).
Caro
san Paolo
,
questa volta non ti
seguo. Quando sono
debole, sono perdente. Punto. Al giorno d’oggi,
se ti mostri fragile, sei finito: c’è sempre, fra
tanti, quel “simpaticone” che, nel vederti un
po’, come dire, appannato, non perde l’occasio-
ne e sfrutta il momento favorevole per
“metterti nel sacco”.
Ciò che hai scritto nella
lettera ai Corin-
ti
è quasi un paradosso perchè va contro ogni
logica, o meglio, contro la nostra logica, la lo-
gica umana.
Però, a pensarci bene, c’è qualcuno, o
meglio,
Qualcuno che ragiona in modo dav-
vero diverso
. Qualcuno c’è davanti al quale
possiamo mostrarci come siamo, con i nostri
limiti, fragilità, debolezze senza il timore di
essere giudicati, ma, anzi, nella certezza che
Lui desidera esserci vicino proprio lì dove noi
abbiamo bisogno.
Voglio mettere davanti a Te, Signore, la
mia debolezza, il mio peccato, il mio limite u-
mano: accetto anche quello che in me non mi
piace, non penserò più di essere capace di sal-
varmi da sola, ma metterò la mia fragilità sulla
mensa dell’altare ogni domenica, ad ogni Euca-
ristia, perchè
Tu trasformi il mio niente in
bene
, le mie tenebre in luce.
Vieni, Signore Gesù! Te l’ho chiesto con
fede per tutto l’Avvento, ma forse solo ora ca-
pisco che cosa domandavo. Vieni nel mio cuore
là dove c’è quel pensiero egoista, quell’affetto
sbagliato, quel de-
siderio non buono:
là dove sento buio e freddo. Scalda, illumina,
porta la vita, l’amore, quello vero, fatto di ri-
spetto per l’altro, di sacrificio. Quell’amore che
è capace di fare un passo indietro, che sa soffri-
re in silenzio, che non si manifesta esigente e
ingombrante a chiedere d’essere ricambiato per
la propria soddisfazione, ma che dona, sempre
dona e mai chiede:
l’amore crocifisso
. Ecco la
vera sapienza:
la sapienza della croce
!
“La parola della croce, infatti, è stoltezza
per quelli che vanno in perdizione, ma per
quelli che si salvano, per noi, è potenza di
Dio.”
(1 Cor. 1,18)
La vera sapienza è “gloriarsi” della po-
tenza di Dio oppure, rovesciando i termini,
della nostra debolezza
: quando sono debole, è
allora che sono forte perchè, invece di sentirmi
un “padreterno”, ammetto i miei limiti come
creatura, lascio spazio a Dio, alla sua azione di
salvezza e nel silenzio, nella preghiera, gli sus-
surro il mio “sì”, accettando la sua volontà an-
che quando non è semplice.
“Nel cuore di ciascuno , ancora oggi Egli
mormora: “Non ti lascerò mai solo, ti invierò
lo Spirito Santo. Anche se sei nella disperazio-
ne più profonda, io resterò vicino a te.”
Acco-
gliere la consolazione dello Spirito Santo è
cercare, nel silenzio e nella pace, di abbando-
narci in Lui
.”
(dalla “Lettera incompiuta per
il 2006” di Frerè Roger)
Questa è la nostra forza: abbandonarci a
Lui, sciogliere in Lui la nostra debolezza...
M
ARIA
L
UISA
SOLO UN PARADOSSO?
NELLA SPIRITUALITA’
Alcune riflessioni leggendo
le lettere di Paolo al gruppo
del lunedì.