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Dal quaderno di
padre Samuele
:
– Non si può pensare di essere capaci di realizza-
re un intero progetto senza sbagliare: l’
errore
di cal-
colo è sempre possibile! La parabola di oggi, quella
del pastore premuroso che riconduce all’ovile la
pecora smarrita, ricolma il cuore di commossa grati-
tudine per il nostro Dio, che si rivela buono e ricco
di misericordia.
“Rallegratevi con me, perchè ho tro-
vato la mia pecora che era perduta”
: Dio è grande,
perchè è capace di trasformare uno sbaglio, anche
grave, in un’occasione di festa!
Dal quaderno di
don Pino:
– Per costruire la casa di Dio occorre il
cemen-
to
della fede. È solo la fede in Lui che rende un
edificio spirituale forte e saldo:
“Benedetto il Signore
mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie
dita alla battaglia”.
(Sal. 143)
Ancora
padre Paolo
:
-Siamo a fine settimana e la
casa
è costruita, ma ci
rendiamo conto che non servivano acqua, terra,
cemento, mattoni; noi siamo costruttori di “dimore
eterne”! Non è qui la nostra casa; siamo “stranieri”,
gente di passaggio; siamo nel mondo ma non gli
apparteniamo: siamo Figli di Dio ed aspiriamo alla Casa
del Padre.
–
“Lazzaro, vieni fuori!”
Esci dalla tua tomba, dalla tua
casa, dal tuo cuore: dilata i tuoi orizzonti, smetti di
tenere gli occhi bassi sui tuoi problemi e va’ incontro ai
tuoi fratelli, che hanno bisogno di te!
– La comunità parrocchiale deve costruire il suo
futuro su una FEDE che vive nella GIOIA, da comunica-
re a tutti, anche ai lontani; nella VERGINITÀ, che si espri-
me nei cuori che nulla vogliono per sè, ma tutto dona-
no, con purezza di sguardo; nella CONTEMPLAZIONE,
che ci permette di non aver paura di salire con Gesu’
sulla croce e da li’ cercare di scorgere “oltre la morte”,
piu’ in là del dolore, i nuovi cieli e le nuove terre che ci
sono state promesse.
E da ultimo
padre Alessandro
:
– Dalla Missione al popolo al “popolo in missione”!
La gioia che abbiamo sperimentato insieme ora va
tenuta viva e trasmessa con entusiasmo ai fratelli: cia-
scuno di noi è chiamato ad essere missionario in fami-
glia, in parrocchia, sul posto di lavoro, nella società!
– Giovani, disertate le discoteche, non accontenta-
tevi di gioie false e superficiali: siate liberi nello spirito,
imparate a rinunciare a possedere cose e persone per
avere la gioia vera, la pace che nasce dall’aver fatto la
volontà di Dio!
– Fatti espressione della gioia che viene dal Signore:
“SBRILLUCCICA!”
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Caro don Norberto,
come stai? Ti sei ripreso dallo shock della missione?
Io ancora no! Ti devo ringraziare perchè grazie a te e
alla tua parrocchia hai ridato vigore alla mia vita. Grazie
ai tuoi bei parrocchiani ( sì, lasciamelo dire, sono davve-
ro belli) ho capito una cosa......che il Signore può fare
grandi cose se noi ci lasciamo convertire e usciamo
dalle nostre paure o dalle nostre scuse!
Come ben sai io non volevo tornare a fare la missio-
ne, ma l'entusiasmo tuo e della tua parrocchia mi ha
naturalmente spinto a domandarmi: forse il Signore mi
vuole qui...tra questa gente assetata di Dio, forse le mie
sono solo scuse, forse con le mie paure sto impedendo
a Dio di agire con la sua grazia in questa comunità di
Santa Maria Regina! Non mi pento di aver deciso di
sacrificarmi per venire da voi!
Sai, salutando i tuoi parrocchiani il sabato mattino
mi sono accorto di aver fatto un piccolo e finale centro
di ascolto...fuori dalla chiesa ci siamo riuniti in 10-15
persone e lì mi sono sentito di dire quello che pensavo
e provavo dopo questa missione e che non ho avuto il
coraggio di dire alla fine della Messa perchè avevo
paura di non riuscire a dire tutto a causa delle copiose
lacrime che mi sarebbero inevitabilmente uscite.
UNA LETTERA