Pagina 3 - Il Tassello

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Un ben arrivato a don Giuseppe Aldeni che da poche settima-
ne risiede in parrocchia. Da poco vive la stagione della pen-
sione che però diventa un “modo diverso di fare il prete”. Da-
rà una mano per le Confessioni, la vista ai malati e le celebra-
zioni eucaristiche. Buon lavoro tra noi!
BENVENUTO
DON PEPPINO !
Su invito di don Norberto sono contento
di poter anch’io mettere un “tassello” in questa
comunità dove il Signore mi ha sbarcato, dopo
tante vicende della mia vita. Innanzitutto mi
presento: sono don Giuseppe Aldeni, ho 79 an-
ni (quasi, fra due mesi). Mio padre e mia madre
hanno visto crescere questa chiesa e questa co-
munità di Madonna Regina con don Marco Bri-
vio, poiché sono venuti da Treviglio nel 1957,
per dare lavoro ai miei fratelli e sorelle.
Io ero già prete: infatti sono stato
ordinato sacerdote dal Beato Cardinal
Schuster il 27 giugno 1954. Sono il pri-
mo di otto fratelli e sorelle. Una mia
sorella, suor Chiara (che alcuni di voi
hanno conosciuto) è morta due anni fa
a Varese, nella semplicità di un’anima
che si è affidata a Dio, prima della
congregazione delle Ausiliatrici di don Bo-
sco e poi nella malattia, sopportando pazien-
temente senza disturbare nessuno, dando a tutti
noi l’esempio di come si vive e si muore da cri-
stiani.
La mia prima destinazione, dopo l’ordina-
zione, è stata nella parrocchia di Arnate di Gal-
larate, come coadiutore. Lì ho vissuto i miei
primi anni di entusiasmo sacerdotale con i miei
ragazzi che ora vengono a trovarmi ormai fatti
nonni. Ci sono rimasto poco, perchè il Cardinal
Montini, poi Paolo VI, l’8 marzo del 1958 mi
ha destinato parroco a Bedero Valtravaglia, vi-
cino a Luino, dove si trova una grande basilica
romanica del 1100. In quella parrocchia, sparsa
sulle colline a ventaglio sul lago Maggiore, ne
ho fatte di “cotte e di crude”, con tanto lavoro e
tante soddisfazioni.
Il 27 giugno 1971, dopo la visita pastora-
le, il Cardinal Colombo mi destinò a Verano
Brianza, una parrocchia che ora conta 9.000
abitanti. Ho amato quella comunità e l’ho ser-
vita per 36 anni, nella gioia e nel dolore, nella
salute e nella malattia (quante!). Lì sono diven-
tato vecchio, perchè il tempo non guarda in
faccia nessuno e non risparmia neanche i preti!
E quindi venne anche il giorno in cui,
compiuti i 75 anni di età, nel 2004 ho rassegna-
to le mie dimissioni all’Arcivescovo, come sta-
bilisce il Diritto canonico. Ha tergiversato per
molto tempo, l’Arcivescovo, ma finalmente mi
ha esonerato dalla responsabilità di parroco a
partire dal 1 ottobre di quest’anno.
Non vi dico della sofferenza del distacco,
anche se da me desiderato per mancanza di for-
ze. Oggi, a fare il parroco, è una fatica che i
parrocchiani non immaginano nep-
pure. Cinquant’anni fa, quando io
ho incominciato, era molto più
semplice: oggi è diventato tutto
problematico. Il distacco dalla
parrocchia l’ho sentito come uno
strappo dalla mia famiglia, co-
me un allontanarmi da una fi-
glia. Ho battezzato i figli di chi
avevo battezzato e poi sposato. Voi
sapete che quando si ama, si soffre.
Ma ho avuto la fortuna di cadere in una
comunità come la vostra che mi ha accolto con
cordiale simpatia, dove c’è un parroco intelli-
gente e super attivo (i suoi capelli andati al
vento ne sono una testimonianza), che mi ha
accolto come un fratello. Qui vorrei essere un
“tassello” della comunità, aiutando don Nor-
berto in quello che posso fare, a sua e vostra
disposizione. Nella mia posizione di prete an-
ziano in pensione, ma non senza lavoro (a noi
preti non corrispondono il TFR e non siamo
mai senza lavoro), posso vedere la comunità e
il suo funzionamento con un occhio diverso,
fatto attento da una certa esperienza: è quello
che desidera don Norberto. Farò quello che mi
suggerisce lo Spirito che guida la Chiesa e ogni
cristiano per la costruzione del Regno.
Vi voglio bene anche perché voi avete
voluto bene ai miei genitori che, da
“immigrati”, si sono inseriti bene nelle vostra
comunità e ora volete bene ai miei fratelli, so-
relle, nipoti e pronipoti (tra qualche settimana
battezzerò il ventiseiesimo pronipote: una tri-
bù!). Beh! Alla prossima. Cordialmente.
DON PEPPINO SI PRESENTA