Pagina 4 - Il Tassello

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Dopo l’impegno della Missione diamo ufficialmente il
saluto a suor Cristina che la comunità delle “Sorelle
della parrocchia” ci ha inviato in continuità con la loro
presenza in parrocchia ormai da diversi anni. La “nuova suora” è stata subito travolta
dal “ciclone Missione” e dallo stile della nostra parrocchia con le sue particolarità e i
suoi problemi. L’abbiamo già apprezzata in questi primi mesi e auguriamo a lei di vi-
vere una esperienza spirituale forte nella nostra parrocchia oltre ad una bella espe-
rienza pastorale. Bene arrivata tra di noi!
SUOR CRISTINA
NELLA SPIRITUALITA’
“Quanto sono belli i piedi di coloro che re-
cano un lieto annunzio di bene”
(Rom. 10,15)
Che emozione ascoltare queste parole do-
po la Missione, quando la parrocchia é stata
davvero invasa da tanti
messaggeri di lieti an-
nunci coi piedi scalzi e le mani nude
, vuote,
libere, aperte e rivolte verso il cielo!
Vuoti di se stessi, ma pieni di Dio; sem-
plici, fuori moda, fuori tempo, così diversi dal
mondo e dai suoi modelli. Ripensando alla pro-
cessione da Madonna Regina a San
Michele in quella gelida sera di no-
vembre, tornano alla mente le mantel-
le scure che lasciano scoperti i sanda-
li ed i cappucci tirati sulla testa, nel
tentativo di difendersi dal freddo che
non lasciava scampo. Per un attimo,
puo’ accadere di perdere la cognizio-
ne dello spazio e del tempo: forse
erano l’ Umbria o le Marche del 12-
00 o 1300… che effetto straniante!
Viandanti di passaggio proiettati
verso le dimore eterne…
stranieri, sì, con l’a-
ria di non appartenere a nessun tempo e nessun
luogo, forse già con un piede nell’eternità: ab-
biamo avuto l’esempio di persone serene e buo-
ne alla ricerca delle tracce di Dio, per lodarlo e
servirlo in modo semplice ed umile nei fratelli.
Chi di noi, dopo aver conosciuto i loro cuori
grandi e buoni, dopo averli guardati negli occhi
e aver visto da vicino quella luce che li fa bril-
lare, non ha desiderato di
potergli assomiglia-
re almeno un po’
, anche senza saio?
Con affetto e spontaneità li abbiamo chia-
mati ”pazzi”, perché pronti a rinunciare a tutto
per seguire le orme di San Francesco, grande
innamorato di Gesù crocifisso e risorto; ora sia-
mo quasi disposti a credere che loro
sono i veri
sapienti da imitare
, per via di quello scambio
vantaggioso che sta al fondo della loro scelta:
l’ostinato attaccamento ai desideri personali
contro l’apertura al misterioso progetto di Dio,
le semplici case di mattoni a fronte delle
“dimore eterne”, una breve vita “a termine” a
favore della vita eterna!
Frati e suore ( e il nostro don e la nostra
suora!) portano frutti di buone opere e sono
così attraenti perché
hanno detto SI’, permet-
tendo al Signore di farsi spazio dentro di lo-
ro
, di riempirli col suo Amore, proprio come si
è fatto spazio ed ha ricolmato il ventre di
Maria, la prima a dire SI’, nell’oscurità
della fede.
“Sono una serva del Signore
; si
faccia di me secondo la sua parola.”
Forse sono le parole più belle della
Scrittura. Maria fu quella donna che
emise un assegno in bianco, quella che
offrì un credito infinito e senza condi-
zioni al suo Signore Dio, e non tornò
mai indietro.
(padre Larranaga)
Rivolgiamoci allora con fiducia pro-
prio a lei, a Maria, perchè ci aiuti a
spalancare
il cuore e a dire
SI’,
docili e malleabili come
l’argilla lavorata dal vasaio, anche quando è
difficile capire.
Questa è
la vera povertà
: vuoto di se
stessi, offerta della propria volontà al Padre,
abbandono pieno d’amore e di fiducia a chi è
infinitamente più grande di noi: “Tu solo sei
Santo!”, come esclamava San Francesco.
… E il Bambino verrà
, col suo sorriso,
con la sua luce fra le tenebre, inonderà col suo
Amore la nostra vita spesso “in salita” e la pace
del cuore sarà il frutto maturo che potremo co-
gliere ed offrire anche ai nostri fratelli.
M
ARIA
L
UISA
…E LI CHIAMAVAMO ”PAZZI”!