Pagina 9 - Il Tassello

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LIBERI SCRITTORI
Che ci sia concessa o no
la gioia di portare in grembo
una vita che c’è “donata dal
cielo”, è prerogativa femmini-
le il pensiero e il desiderio
della meravigliosa esperienza
della maternità.
Anche quando si parla
del Presepe, credo che un po’
per tutti ha più risalto la figu-
ra di Maria piuttosto che quel-
la di Giuseppe.
Durante il tempo dell’-
attesa, come anche per le ma-
ternità più “normali”, la mam-
ma è al centro dell’attenzione
prima dell’arrivo del
piccolo
,
perché poi, tutte le attenzioni
saranno rivolte a “lui” e tutto
e tutti passeranno in secondo
piano!
Da spettatrice, mi sono
trovata a leggere in un
“presepe quotidiano”: contra-
riamente al solito, mi ha col-
pito lo sguardo di un pa-
pà ,durante l’attesa, sul suo
bambino. Pur essendo papà,
non alla prima esperienza,
una luce diversa dal solito
riempiva i suoi occhi e i suoi
gesti. Erano attraversati dall’-
amore per la moglie e per la
nuova creatura concepita. Con
tanta delicatezza accarezzava
il pancione dove per nove me-
si “lui” abiterà.
Un tocco di riguardo nel
condurre l’auto, percorrendo
le strade come se viaggiasse
“sulle uova”, per evitare sob-
balzi! La cura di caricare la
lavatrice per fare che non si
affatichi lei...
Penso che ci sia gioia e
senso di responsabilità per la
vita che ora gli è affidata e,
non meno, trepidazione e
dubbi, nel cuore di un papà.
Voglia di stare con il suo pic-
colo per “giocare e creare”
insieme. Con la paura di la-
sciarsi sfuggire dalle mani la
sua crescita: le sue prime pa-
role, i suoi primi passi, le sue
coccole, le sue smorfie… tut-
to per via del lavoro o di altri
impegni. Come del resto pen-
so si sia sentito un po’ anche
Giuseppe. Molti sentimenti
riempiono i presepi, ma quel-
lo più grande è l’Amore.
E Dio creò il padre
Quando il buon Dio de-
cise di creare il padre, co–
minciò con una struttura piut-
tosto alta e robusta.
Allora un angelo che era
lì vicino gli chiese: «Ma che
razza di padre è questo? Se i
bambini li farai alti come un
soldo di cacio, perché hai fat-
to il padre così grande? Non
potrà giocare con le biglie
senza mettersi in ginocchio,
rimboccare le coperte al suo
bambino senza chinarsi e
nemmeno baciarlo senza qua-
si piegarsi in due!».
UNO SGUARDO AL MASCHILE
DALLA CARROZZINA DI MATTEO
Negli ultimi mesi il nostro paese è stato investito da una ondata quasi in-
controllabile di scioperi; nessuno vuole pagare le tasse, nessuno vuole avere
concorrenza, tutti pensano che la loro categoria lavorativa sia quella con i maggiori diritti. Lo scio-
pero è un mezzo di lotta per i lavoratori indiscutibile e un diritto sacrosanto che ha portato dopo
anni di lotte a migliorare le condizioni di lavoro, ma non deve sconfinare nel sabotaggio. Chi dà
vita a queste manifestazioni ha sicuramente le sue buone ragioni però non deve impedire di vivere
agli altri cittadini; tutti hanno il diritto di potersi recare sul posto di lavoro. I camionisti certamente
non hanno una vita facile, va bene, ed è giusto che lottino per ciò che gli spetta, ma non devono
bloccare le strade e lasciare il paese senza benzina. Per qualche giorno si può fare a meno di frutta
e verdura ma non del carburante. Dalla terra degli scioperi buon Natale e felice anno nuovo.
M
ATTEO
STRIKE LAND
Ndr. La vicenda dello sciopero dei camionisti si collega ad altri tipi di sciopero (mezzi di tra-
sporti, medici…) in cui il problema sacrosanto di alcuni produce disagi a tutta la collettività.
Chiediamo: può essere questo un esempio pratico in cui riprendere la parola “bene comune”? Il
proprio diritto deve essere talmente forte da comprimere diritti altrui? Se aprissimo un dibattito?