Pagina 12 - Il Tassello

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festa è ...
“Ho deciso: domani metto in vendita la casa!”
“Perché?” domandò Cheddonna prendendo
dal vassoio la tazza di the che la sorella le stava
porgendo.
“Ma come, perché?” sospirò Cheddolce, cal-
cando la voce sull’ultima parola. “Innanzitutto le
distanze! Devo fare chilometri e chilometri ogni
giorno per accompagnare Kikk@ e Pittibimbo a
scuola, in palestra, a musica, a polo, a tennis, a
ripetizione di greco, …”
“Si, si, ma vuoi mettere l’aria buona e il silen-
zio che ci sono qui! E tutto questo verde...Quan-
do vivevo in campagna…” obiettò NonnaNenna,
alla quale bastavano due piante per sentirsi di
nuovo a casa.
“Non parlarmene!” si scandalizzò Cheddolce.
“Ci sono insetti ovunque, il giardino da curare
tutte le settimane, e poi…le feste!”
“In che senso?” chiese Cheddonna incuriosita.
“Non ci crederai, ma in questo quartiere c’è
una festa dietro l’altra!” rivelò Cheddolce, abbas-
sando improvvisamente la voce.
“Ah, i soliti vicini che tengono la musica alta!”
convenne Cheddonna, con l’aria di chi la sa lun-
ga.
“Peggio! “sibilò Cheddolce. “Qui tutto il quar-
tiere festeggia di continuo: la cena per San Valen-
tino, polenta e bruscitti per la Gioëubia, tornei di
bocce o di briscola, e ogni anno, proprio in que-
sto periodo, fanno persino un palio per la festa
patronale! Non avete visto i festoni sulle case?”
domandò Cheddolce, stringendo nervosamente i
braccioli della sua poltrona di midollino.
“Ah, ecco cos’erano quei nastri colorati!” s’illu-
minò Cheddonna.
“Ma ti prego! Sono così…’paesani’.” sussur-
rò Cheddolce, guardandosi intorno circospetta,
temendo di essere udita dai vicini. “Pensa che
avevano chiesto anche a me di ap-
penderli sul cancello…ma ti pare?”
chiese, con aria disgustata.
“Io li trovo adorabili, così prima-
verili!” cinguettò Cheddonna, che
amava i colori accesi.
“Per carità! Ma ti immagini una
cosa simile in centro?”aggiunse
Cheddolce.
“Hai ragione! Lastregadisopra o
Laluisa non metterebbero mai una
ghirlanda sulla cancellata del pa-
Feste e Festoni
lazzo” assentì Cheddonna.
“Ma che fastidio ti danno?” disse NonnaNen-
na. “Anche al mio paese, quando ero ragazza, si
mettevano le bandiere e i festoni dappertutto, per
la festa patronale. Era bellissimo: c’erano i tornei
tra le contrade, la corsa dei cavalli e la processio-
ne della Madonna. Noi ragazzi, per l’occasione,
stavamo fuori fino a tardi, ballavamo e ci diverti-
vamo insieme …”
“Cose superate, inconcepibili al giorno d’og-
gi!” si accalorò Cheddolce.
“Eppure se c’è tanta gente che si da’ da fare
per organizzare tutto questo, persone anziane,
ma anche tanti giovani, ci sarà un perché! Ma tu
sei troppo asina per chiedertelo!” fu il rude com-
mento di NonnaNenna.
“Beh, veramente IlPrincipe l’anno scorso si è
divertito moltissimo a vedere la corsa degli asini”
obiettò Cheddonna. “E la squadra della Kikk@
ha vinto il torneo di pallavolo, mi pare…”
“Cosa ti dicevo? Vedi che non capisci? La verità
è che la gente, da queste parti, è ancora capace di
star bene insieme, e non solo per bere e mangia-
re! Anche se una bella tavolata aiuta sicuramente
a sentirsi bene con gli altri. Voi non c’eravate do-
menica scorsa, alla messa delle contrade, ma la
chiesa era piena come a Natale! Anche il parroco
sembrava proprio contento! E alla “paellata” do-
vevi vedere quanta gente c’era e come ci siamo
divertiti!” aggiunse NonnaNenna, guardando la
nipote con evidente disapprovazione.
“Mamma, posso andare anch’io alla festa con
NonnaNenna?” saltò su Pittibimbo, che rientrava
in quel momento dalla scuola materna, accom-
pagnato dalla Kikk@.
“Si, dai! Il don ha detto che ci dà il salone
per fare la discoteca. Posso andarci?” rincarò la
Kikk@.
“ La voce dell’innocenza! Meno
male che almeno i ragazzi sanno
ancora apprezzare le cose bel-
le. Non sembrano neanche figli
tuoi!”sentenziò Nonnanenna.
“Uh, com’è tardi!”si affrettò a
far notare Cheddonna, nel tentati-
vo di sviare il discorso. “Andiamo,
NonnaNenna, tra poco Miomarito
torna a casa e devo ancora passare
dalla rosticceria!”
Chiara