Pagina 12 - Il Tassello

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I sogni son desideri
Sono sotto le stelle
e sto aspettando
M
olte ricerche nel campo della
Comunicazione dimostrano che il nostro
lessico si sta impoverendo sempre più
e che noi italiani utilizziamo sempre un minor
numero di parole per esprimerci. Questo fenomeno
si chiama “analfabetismo di ritorno” ed è dovuto
al fatto che molti nostri connazionali, dopo aver
frequentato le scuole, non leggono più nulla
(neanche le istruzioni dei farmaci che prendono)
riducendo in modo impressionante il proprio
patrimonio lessicale.
Ne deriva, a cascata, che l’espressione verbale
dei nostri sentimenti e dei nostri sogni sta
diventando sempre più striminzita a causa di questo
impoverimento. Attenzione, non è che non abbiamo
sentimenti o sogni! È che utilizziamo poche,
pochissime parole per esprimerci. Ad esempio alla
domanda fatta abitualmente tra amici o conoscenti
Come stai?”
la maggior parte risponde
“Bene
o male
+ eventuale elenco sintomi di malessere;
alcuni rispondono “
In piedi/seduto
” (ma sono
un caso grave) altri (la minoranza) modulano la
risposta a seconda delle sensazioni/sentimenti che
provano in quel momento: “
affaticato ma sereno
”,
triste
”, “
pieno di speranza!
”, “
preoccupato
per...
”, “
incavolato nero
”, “
confuso ma felice
” e
via dicendo. Si capisce allora che le parole sono...
importanti.
C’è un verbo, in particolare, che fa al caso
nostro: è il verbo VOLERE, nel senso di esigere,
pretendere, reclamare. È un verbo che utilizziamo
spesso nel nostro parlare e scrivere quotidiano ed ha
un tono decisamente “imperativo”. Anche quando
lo addolciamo con il condizionale “vorrei” rimane
comunque un modo di comunicare duro, razionale
e freddo. Certe volte è molto meglio utilizzare il
verbo DESIDERARE che, emotivamente, è molto
più caldo.
C’è molta differenza nel dire “
da grande voglio
fare l’astronauta
” e “
da grande desidero fare
l’astronauta
”. Si sente che dietro il
desiderare
ci sono sogni/speranze, voglia di fare fatica per
raggiungere un proprio sogno, un sogno coltivato
giorno per giorno, una miscela di impegno,
entusiasmo e coscienza positiva di sé. D’altronde
l’etimologia della parola desiderio ci rimanda al De
bello Gallico (in latino “La guerra gallica” - è lo
scritto più conosciuto di Giulio Cesare - racconta
le vicende riguardanti la conquista della Gallia.): i
desiderantes
erano i soldati che stavano sotto le stelle
ad aspettare i compagni che, dopo aver combattuto
durante il giorno, non erano ancora tornati.
Da qui il significato del verbo desiderare: stare
sotto le stelle ed attendere. Ma desiderio può anche
derivare da: “de” ovvero lontananza, distacco
e “siderium” ossia stella, astro (
sidus, sideris
).
Una condizione di lontananza da qualcosa che dà
calore, luce, emozione. Qualunque sia l’etimologia
esatta di questo verbo, esso porta originariamente
con sé un senso di nostalgia, distacco e rimpianto,
e visto che siamo in “Sala Professori” facciamo
subito un esercizio.
Scrivete sopra lo spazio tratteggiato del riquadro
sottostante un vostro desiderio per l’anno in arrivo,
ritagliatelo sulla linea tratteggiata (solo dopo aver
letto l’articolo che c’è sul retro!), incollatelo su un
cartoncino ed utilizzatelo come segnalibro: sarà
il vostro desiderio/sogno per l’anno 2010 con i
migliori auguri che si realizzi.
Andrea
P.S Ecco un elenco di sinonimi di “desiderare”, possono essere utili in altre occasioni: bramare, aspirare
a, avere desiderio,vagheggiare, smaniare, struggersi, non vedere l’ora, sospirare, anelare, agognare,
ambire, appetire, aspettare, amare.