Pagina 14 - Il Tassello

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Io, Tu, Noi Famiglia
Ora che sono mezza inguaiata
e che ho deluso le tue speranze,
vieni di corsa, mi hanno avvisata
per dirmi in faccia le tue sentenze.
Padre, davvero lo vuoi sapere
se tu non vieni mi fai un piacere!
Mi avevi dato per cominciare
tanti consigli per il mio bene;
quella è la porta, è ora di andare
con la tua santa benedizione.
Padre, davvero sarebbe bello
vedere il tuo pianto di coccodrillo!
E certo tuo padre ti diede di meno,
solo due calci dietro la schiena
e con mia madre dormivi nel fieno
anche in aprile e di me era piena!
Padre, davvero sarebbe grande
sentire il parere della tua amante!
Poi sono venuta e non mi volevi
ero una bocca in più da sfamare;
non sono cresciuta come speravi
e come avevo il dovere di fare!
Padre, davvero che cosa mi hai dato?
Ma continuare è fiato sprecato
che sono tua figlia, lo sanno tutti
domani i giornali con la mia foto
ti prenderanno in giro da matti;
ah, non mi avessi mai generato!
Padre, davvero ma chi ti somiglia
ma sei sicuro che sia tua figlia!
Padre davvero
I
l testo è molto “cattivo”, il
pezzo è bellissimo, cantato
con una grinta speciale da
una giovanissima Mia Martini.
È l’estate del 1971 e la canzo-
ne gira le piazze di tutta Italia
con il “Cantagiro”, manifesta-
zione musicale all’epoca molto
importante. Si sussurrava già
in quell’anno che il motivo di
tanta rabbia (che l’interpreta-
zione rende benissimo) fosse il pessimo rap-
porto che la cantante aveva con il padre, fa-
moso preside di scuole superiori, passato an-
che da Busto Arsizio.
Non si è mai saputa tutta la verità sul con-
tenuto della canzone e sull’effettiva veridicità
delle voci, ma “Padre davvero” è diventato,
nel tempo, il manifesto dei cattivi rapporti fa-
miliari e della ribellione dei figli contro i “pa-
dri padroni”.
Le parole del testo, leggendole attentamen-
te, sono veramente forti: una citazione per tut-
te: “Non mi avessi mai generato”. Un disagio
grande, grandissimo, indicatore di una situa-
zione veramente al limite. Per la serie “tutti
contro tutti”, padre contro figlia, figli contro
padri, madre assente ingiustificata e, dietro
l’angolo, l’amante. Ho scelto volutamente
questa canzone, una delle mie cinquanta pre-
ferite di sempre, per ricordare, dopo Natale
(dove la pubblicità ci rappre-
senta uno spaccato di famiglia
assolutamente falso), che non
è tutto rose e fiori. I problemi
familiari ci sono, rimangono,
restano e spesso il tempo non è
medico, anzi fa dilatare i pro-
blemi.
I temi proposti dal testo sono
tanti, grandi e cosi’ problema-
tici che non sono certamente in
grado di dare né consigli né soluzioni.
Quello che mi sento di dire, in prossimità
della festa della famiglia, è di ritornare, usan-
do un termine oggi molto di moda, alla con-
certazione.
Il dialogo in famiglia deve essere la prero-
gativa principale: fra moglie e marito; il con-
fronto, sia sereno sia a volte aspro, non può
mai mancare. Uno scambio di pareri fra geni-
tori e figli, pur nel rispetto nei ruoli e dell’età,
è la giusta strada per acquisire rispetto ed au-
torevolezza.
Ovviamente dovranno sparire i padri de-
spota, le madri troppo amiche, i figli che en-
trano in casa e si chiudono in camera propria
senza dire nulla per ore o giorni, tanto “i ge-
nitori non capiscono niente”.
Bisogna tornare a parlare tra di noi, in fa-
miglia. Certamente ci vuole buona volontà da
parte di tutti perché le parole talvolta vanno