Pagina 16 - Il Tassello

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Io, Tu, Noi Famiglia
Famiglie
“T
I AVEVO DETTO DI LAVARE I
PAVIMENTI, DOPO AVER FINI-
TO I COMPITI! SEI PROPRIO
UGUALE A TUO PADRE, QUELVERME!”
La voce di Lastregadisopra, attraverso la
soletta che separava il suo attico dall’appar-
tamento sottostante, era giunta all’improvvi-
so, forte e chiara, proprio mentre Cheddonna
si accingeva a servire il dolce alle sue ospiti.
“Ma era la tua vicina?”si informò Ched-
dolce, con una smorfia di disgusto.
“Temo di sì”mormorò Cheddonna, arros-
sendo, quasi a giustificarsi.
“E con chi stava gridando?”domandò la
Fulvia, allarmata.
“Con Tuttasuopadre. Da quando il marito
se n’è andato succede spesso…A volte le urla
insulti irripetibili…meno male che Il princi-
pe tiene sempre il volume
alto e non sente…Il proble-
ma è quando deve studia-
re!” commentò Cheddonna,
scuotendo la testa.
“ Ma che colpa ne ha la
bambina? I grandi dovreb-
bero tener fuori i figli dalle
proprie beghe coniugali!”
gridò la Fulvia, visibilmente
sconvolta.
“Più che altro io lo tro-
vo molto volgare! A casa
nostra le parolacce sono
espressamente vietate. Quando Giannicaro ed
io abbiamo qualche divergenza d’opinione ci
sediamo ad un tavolo e affrontiamo civilmen-
te l’argomento. Del resto un accordo si trova
sempre!”, esclamò Cheddolce, con un gesto
apparentemente noncurante della mano che
fece risplendere gli anelli di cui era adornata.
Contandoli la Fulvia si fece l’opinione che a
casa di Cheddolce le discussioni dovessero es-
sere piuttosto frequenti.
“L’importante è che i ragazzi vedano i loro
genitori andare d’accordo, qualunque cosa
succeda!” aggiunse Cheddonna, certa di aver
suscitato l’approvazione del suo uditorio.
La Fulvia non sembrava del tutto convin-
ta. “In questo periodo sto leggendo parecchi
libri sull’educazione dei bambini e quasi tut-
ti sostengono che l’aggressività in famiglia
non debba essere negata, ma riconosciuta ed
espressa, per poter essere affrontata e risol-
ta!”, provò a obiettare.
“Nelle famiglie disastrate, forse. Non certo
nelle nostre!”insorse Cheddolce.
“Una volta IlPrincipe è andato a casa di
un suo compagno di scuola a giocare. Quan-
do sono andata a prenderlo stavano giocando
con delle armi e la mamma non diceva nulla,
anzi, sorrideva!. Va da sé che Ilprincipe non
ha più rimesso piede in quella casa!”aggiunse
Cheddonna.
“Ma i bambini hanno sempre giocato a in-
diani e cow boys, a guardie e ladri…anche
io e mio fratello giocava-
mo sempre con le pistole…
”provò a dire la Fulvia.
“Non sono forse peggio quei
videogiochi in cui totalizza
più punti chi riesce a impa-
rare il maggior numero di
torture?”aggiunse.
Cheddolce finse di non aver
sentito e rincarò:“Un’amica
della Kikk@ ha due fratel-
li più piccoli che non fanno
che litigare tra loro. I geni-
tori ritengono che debbano
imparare a risolvere i propri conflitti da soli
e non intervengono fino a quando ‘non scorre
il sangue’. Ma cosa devono pensare i vicini di
casa?”
La Fulvia rimaneva in silenzio. Pensava
ai suoi genitori. Quando era piccola discute-
vano spesso, qualche volta litigavano anche:
problemi di lavoro, piccole incomprensioni,
divergenze di idee. Ma si volevano bene, e se
stavano ancora insieme, dopo tanti anni, non
era certo per salvare le apparenze. Decise che
quella sera li avrebbe invitati a cena.
Chiara