Pagina 2 - Il Tassello

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Io, Tu, Noi Famiglia
completezza sacramentale, tuttavia non è mai
disprezzabile chi, per amore, iniziasse a co-
struire una famiglia anche nelle diverse forme
che la società di fatto ci propone. È famiglia
anche quella di chi è sposato solo civilmente o
di chi convive. È famiglia anche quella di chi
ha perso il compagno o la compagna. In esse
c’è spesso il dono dei figli, sempre grazia di
Dio dall’alto e segno della potenza di Dio che
crea la vita, la sostiene e la fa crescere.
Piuttosto che dividere i buoni dai cattivi,
le famiglie “regolari” da quelle “irregolari”;
piuttosto che separare le categorie con un alto
e inseparabile muro, mi sembra più evangelico
considerare ogni famiglia, comunque si ponga
di fronte a Dio e alla società civile, in un cam-
mino di progressione e di perfezionamento nel
rappresentare e vivere l’amore di Dio.
A coloro che hanno il dono della fede, la
comunità ecclesiale chiede di sposarsi nel Si-
gnore, di consacrare il proprio amore al cuo-
La Famiglia
C
he problema oggi gior-
no la famiglia! Tutti ne
parlano, tutti alla ri-
cerca di una soluzione ai suoi
problemi. Ma che cosa è questa
famiglia? Non tutti sono d’ac-
cordo sul concetto di famiglia,
tanto da fare di ogni erba un
fascio, così tutto è famiglia e
più niente è famiglia.
Nel progetto del Creatore
la famiglia è formata da un
uomo e da una donna che da-
vanti alla comunità si scam-
biano un consenso condiviso
in vista della procreazione. Il
matrimonio e la famiglia sono
ordinati al bene degli sposi,
alla procreazione ed educazio-
ne dei figli. L’amore degli sposi
e la generazione dei figli sta-
biliscono tra i membri di una
medesima famiglia relazio-
ni personali e responsabilità
primarie (Catechismo Chiesa
Cattolica n. 2201).
Un uomo e una donna uniti
in matrimonio formano insie-
me con i loro figli una fami-
glia. Questa istituzione pre-
cede qualsiasi riconoscimento
da parte della pubblica auto-
rità, si impone da sé, perché è
all’origine e principio di ogni
istituzione civile e religiosa
(C.C.C. 2202).
I suoi membri sono persone
di uguale dignità. Per il bene
comune dei suoi membri e del-
la società la famiglia comporta
una diversità di responsabili-
re di Dio nella chiesa; ogni coppia cristiana è
chiamata a vivere questo amore, che trova il
proprio senso nella fede in Gesù morto e ri-
sorto. È la fede in Dio il valore aggiunto che
eleva l’amore umano e, attraverso il matrimo-
nio, alla dignità di sacramento, azione di Dio
e dell’uomo.
A chi crede, la chiesa deve chiedere di acce-
dere la matrimonio quale forma piena di amo-
re sacramentale.
A chi non crede e vive in coppia, la chiesa
non affibbia l’etichetta di “pubblici peccatori”
ma li stima e li apprezza e si rifiuta di condan-
narli. A tutti la chiesa annuncia il vangelo e
chiede la conversione della vita perché è solo a
partire dalla fede che si intuisce la formidabile
esigenza di consacrare il proprio amore in co-
lui che è l’Amore.
Don Attilio