Pagina 8 - Il Tassello

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Io, Tu, Noi Famiglia
Santa Polenta!
Q
ualche tempo fa mia
moglie ed io abbiamo
partecipato ad un in-
contro tenuto da una simpa-
ticissima psicologa napole-
tana, sul tema della famiglia
e dell’educazione dei figli. Il
momento più interessante è
stato quando la relatrice ha
organizzato dei laboratori con
la collaborazione di coppie
presenti in sala.
L’ultimo è stato particola-
re, coinvolgendo una coppia
colpita da un lutto molto do-
loroso: la “lei”, bendata, era
accompagnata da “lui” verso i
genitori della donna; un rico-
noscimento tattile ed un calo-
roso abbraccio, quindi esteso a
“cipolla” ad altre persone care
partecipanti alla riunione.
La psicologa concludeva : “
è un esempio visivo ed emoti-
vo di quello che dovrebbe ac-
cadere in una famiglia, dove
la persona più fragile è sem-
pre al centro”.
La famiglia, quindi, vista
come luogo di forza ed acco-
glienza, dove condividere un
lutto o una festa, dove sentir-
si sempre accolti, ognuno col
suo ruolo e le sue capacità.
È stata un’esperienza for-
te, che ci ha colpito e spinto a
riflettere sulle nostre famiglie
d’origine (che ci hanno dato
tanta stabilità e sicurezza e
che non potremo mai ringra-
ziare abbastanza) e su quel-
la che stiamo vivendo e che
preghiamo di riuscire a ren-
dere altrettanto valida per i
nostri figli. Se dovessi trovare
un’ immagine per significare
il senso di sicurezza espresso
dalla mia famiglia d’origine,
dovrei risalire alle domeniche
mezzogiorno quando, quasi
sempre, il pranzo era frutto di
collaborazione tra mamma e
papà, nel senso che mamma
provvedeva alla pietanza, ma
papà provvedeva alla prepa-
razione della polenta, calda,
fumante e morbida!
R
icetta
:
polenta
(
per
4
persone
)
400 gr di farina di granturco (se bramata, fioretto, bianca od altro, a voi la scelta!)
1,5 lt circa d’acqua, una manciata di sale da cucina.
Portare l’acqua quasi ad ebollizione, aggiungere il sale, quindi incorporare la farina versandola
a pioggia un poco per volta, utilizzando la frusta per evitare i grumi.
Abbassare la fiamma e mescolare in modo quasi continuo con un bastone di legno per almeno 45’-
60’, aggiungendo eventualmente acqua bollente qualora dovesse asciugarsi troppo. Gli ultimi 10
minuti meritano una fiamma vivace!
Versare su un tagliere di legno e far rassodare prima di servire! Le associazioni gastronomiche pos-
sibili hanno come solo limite la fantasia!
Si trattava quasi di un rito,
dal versare la farina nell’ac-
qua non ancora bollente, al
sapiente rimestare (sempre
nello stesso verso!), fino alla
fiammata finale, quella che
faceva formare sul fondo del
paiolo quella crosticina deli-
ziosa, oggetto di contesa tra
me e le mie sorelle!
Non sono mai riuscito ad
eguagliare la qualità della po-
lenta di mio padre (la cui pre-
parazione è tuttora una sua
prerogativa), e sono sicuro
che molti lettori la preparano
meglio di me; la propongo co-
munque come uno spunto per
tutti quei mariti/fidanzati/
compagni/padri etc che sono
alla ricerca di un proprio per-
sonale contributo a quel mo-
mento splendido, ma sempre
più raro per le famiglie mo-
derne, che è la condivisione di
un pasto preparato in modo
coccoloso e degno del migliore
“slow food”.
Yuk! Yuk!! E buon appetito
da Pippo.
Silvio