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Buon appetito?
dice : “ …
tutto era dono, tutto era grazia; e
com’era bello il panorama attraverso il qua-
le si è passati; troppo bello, tanto che ci si è
lasciati attrarre ed incantare, mentre doveva
apparire segno e invito
”.
Il dono di Dio è così bello che spesso si ri-
schia di non più considerarlo un segno ma una
meta, un fine cui tendere. Pur essendo immersa
nella bellezza, ogni persona deve avvertire che
godere del mondo non deve esaurire e saturare
il proprio desiderio; esso si compie in Dio, vera
pienezza e meta ultima. Il vuoto che inevitabil-
mente si genera con la pratica dell’astinenza e
del digiuno prelude alla certezza che il compi-
mento di ogni realtà non sta in noi ma in altro
da noi. Fare volontariamente il vuoto dentro di
noi, sospendere l’assunzione del cibo, sottrar-
Dacci oggi
il nostro pane
S
ul cibo, sul pane possia-
mo parlare per un mese
intero senza esaurire
l’argomento. È un tema que-
sto che si presenta sotto tanti
aspetti e anche molto scottan-
ti. Di solito noi ci lamentiamo,
perché il pane è il simbolo del
bisogno: il pane quotidiano.
Tra le tante possibilità di trat-
tare l’argomento io preferisco
andare a cercare nella Bibbia
quello che insegna la Parola
di Dio.
La Bibbia, questa grande
sconosciuta. A scuola si leggo-
no Omero, Dante, Leopardi,
ecc. ma non la Bibbia. Da un
lato si sottolinea l’importan-
za di recuperare le radici cri-
stiane e dall’al-
tro non si coglie
l’importanza del
libro proprio del-
la nostra storia.
Si fanno tanti ra-
gionamenti, pur
saggi, ma non ci
si domanda che
cosa dice Dio.
Mentre mi sfor-
zo di conoscere
la scrittura, leggo
me stesso, perché
apre i miei oriz-
zonti: la Bibbia
è via per umanizzare l’uomo,
luogo di incontro tra noi e
Dio.
La Bibbia ci insegna a ve-
dere nel pane un segno della
benedizione divina e ci invita
a chiederlo umilmente a Dio.
Il pane è per gli uomini il mez-
zo di sussistenza, necessaria
sorgente di energia; mancare
del pane vuol dire mancare
di tutto:
“Dio fa germogliare
l’erba per le bestie, le piante
a servizio dell’uomo, per trar-
ne dalla terra il nutrimento…
il pane che sostiene il cuore
dei mortali
” (salmo 104).
Ma dopo la caduta l’uomo
deve procurarsi il cibo con
la fatica:
“con il sudore della
tua fronte mangerai il pane,
finché non tornerai alla ter-
ra”
(Gen 3, 19). Nello stes-
so tempo Dio assicura la sua
assistenza
: “Non ho mai visto
un giusto abbandonato, né
ci al senso di sazietà e di pienezza degli spa-
zi, suscita la potente memoria del corpo nella
quale il morso della fame e la percezione dello
spazio interiore disponibile ad altro, rivelano
che c’è un vuoto da riempire, compimento che
ci attende. La temporanea e desiderata asti-
nenza dal cibo allena il corpo e lo spirito per-
ché la memoria dell’uno e la tensione dell’altro
ci permettano di godere dei beni della terra,
del dono del cibo e della felicità del mangiare
senza che venga oscurata la certezza che tutto
quaggiù è cosa solo penultima; il compimen-
to è nel cielo. Allora godete della vita come il
vangelo insegna.
Buon appetito e buona quaresima per pre-
pararci alla Pasqua del Signore.
Don Attilio