Pagina 5 - Il Tassello

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Colorare
concittadina Anna Maria Pizzoli?
Tutta gente che ha cantato alla
Scala di Milano e nei più grandi
teatri del mondo. Questi grandi
artisti hanno dovuto impostare
la voce, fare quella che tu chiami
la “voce grossa”, quella che non
tutti riescono a fare, e solo per un
semplice motivo: dovevano inter-
pretare opere musicali in teatri
molto vasti ,vedi per l’appunto
la Scala
,
con i suoi duemila posti
a sedere, con orchestre che sono
divenute con il passare del tem-
po sempre più grandi, con cori
sempre forbiti.” “E allora?” “ Ma
semplice, no? Non erano anco-
ra stati inventati i microfoni, gli
amplificatori, i mixer, gli altopar-
lanti, le grandi amplificazioni.”
“Allora tu vuoi dirmi che que-
sti si sono inventati un modo di-
verso dalla loro voce naturale?”
“No! No! Cosa hai capito...noi
possiamo fare la voce di can-
to oppure la voce impostata, si
tratta soltanto di studiare que-
ste possibilità che la natura ci ha
concesso, del resto.”....”Sì, ma
cosa c’entra questo con il titolo
che hai dato a questo articolo?”
“Uffa, Luigia... allora, così come
ti ho detto le voci umane hanno
diversi timbri, diversi colori; è
così anche per
L’ORCHESTRA.
Anche
questa
una ricca tavo-
lozza di colori che i compositori,
gli arrangiatori musicali, utiliz-
zano per creare atmosfere tra le
più svariate. Facciamo un esem-
pio: ti ricordi quando da ragazzi
ti portavo a cena fuori? Ti ricor-
di la candela sul tavolo, la calda
voce dei
VIOLINI”(
gli strumenti
che più si avvicinano alla voce
umana) che sussurravano: “ama-
tevi,” e poi le corse sulla nostra
“Cinquecento Fiat” con la radio
a batterie che suonava le can-
zoni del momento, con suoni di
chitarre arrabbiate amplificate
,le tuttora famose chitarre elettri-
che, le batterie che imprimevano
ritmi tra i più diversi “Tum-Tum-
Tum” tu che gridavi “abbassa” e
io che ti dicevo
“No!
Devo sentire
l’organo, devo capire come fa!”
“Ma dai! A me è sempre piaciuto
ballare, con Gianni Morandi e le
sue canzoni:
“La fisarmonica”
....”
“Ecco! Appunto! La fisarmonica
che cerca di copiare l’organo, il
pianoforte: Ma poi, dai, ma pos-
sibile che non ti ricordi quando
dirigevo la banda di Borsano o
quella di Busto Garolfo o di Ver-
ghera, la forza delle trombe con
il loro squillare e il colore degli
eroi , il caldo suono dei trombo-
ni, il colore forte del tamburo ,dei
piatti oppure quello civettuolo e
delicato dei flauti, il colore un po’
nasale dei clarinetti, il colore cal-
do e riservato dei corni”.
Tutto questo viene definito
dai musicisti
“I COLORI DELL’
ORCHESTRA”
Tutti i brani di
musica,vocali, strumentali, cora-
li, siano essi per il teatro, per il
ballo, per la religione, per il cine-
ma, impegnano i compositori in
una continua ricerca di colori e
cioè di scelta di strumenti.
Se non sei stanca di starmi a
sentire ti faccio un esempio. Ti
ricordi il film di Sergio Leone: “Il
bello, il brutto, il cattivo”, mu-
sicato da Morricone? Ti ricordi
che iniziava con un sottofondo
musicale nel quale si sentiva una
campana che suonava in lon-
tananza: “Den-Den-Den” e un
fischiare lento. Era il colore del
deserto, il colore della solitudine
di una chiesa abbandonata e di
un cavaliere che si avvicinava sul
suo cavallo, fischiando per farsi
compagnia.
Questi sono
“I COLORI
DELL’ORCHESTRA”
Spero tu
abbia capito.”
“Si! Grazie. Cercherò di ascol-
tare con più attenzione.”
Un ciao da Gianfranco