Pagina 9 - Il Tassello

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Colorare
e più duraturo che c’è.
I materiali usati per le
“tessere” che compon-
gono le forme e le im-
magini sono di vario
tipo per colore e per
consistenza:
marmi,
graniti, smalti, pietre
che provengono da di-
verse parti del mondo.
Ci sono pietre di diver-
sa grandezza e misura,
opache e lucide, pove-
re e ricche, preziose e
semplici, di colori intensi e di colori pastello.
Con le pietre bisogna saper lavorare, non è facile
tagliarle: se non lo si sa fare, facilmente ci si taglia
o si sbriciolano. Ciò significa che bisogna conoscere
le qualità della pietra per potere creare un capo-
lavoro. Uno dei pensieri di Rupnik è che
“…tenen-
do conto della pietra, quasi dialogando con lei, si
impara a tener conto dell’altro. Cioè umanamente
considerare l’altro, affermarlo, riconoscerlo.”
In questo mosaico la linea delle figure è sempli-
ficata, proprio per un linguaggio immediato, ma
dietro c’è un lavoro minuzioso e articolato: il di-
segno della base, il taglio delle pietre, la posatura
delle stesse. Quanto la-
voro nascosto che non si
conosce per creare delle
meraviglie. Ciò che mi
colpisce è il volto e in
particolare gli occhi di
questo Gesù risorto. Gli
occhi sono la parte più
importante del volto, è
la parte più difficile da
realizzare proprio per-
ché bisogna dar loro la
giusta e perfetta espres-
sività.
Gli occhi sono volutamente grandi e scuri, fatti
da un grande smalto quasi nero. Trovo bellissimo
questo altro pensiero dell’artista
“...gli occhi sono
grandi perché così si favorisce l’incontro. Quando
entri in chiesa, prima ancora di vedere, sei visto e
così avviene subito un incontro. Il nostro Dio ha gli
occhi, ha un volto, è una Persona.”
Come non accorgersi di quegli occhi scuri e
grandi che ti attendono e ti accolgono…essere vi-
sti: è essere amati! Se riuscissimo a vedere quegli
occhi, riusciremmo ad aprire anche i nostri, un po’
di più verso gli altri.
Antonella
“Quelli che quando perde l’Inter o il Milan dicono
che in fondo è una partita di calcio
e
poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yes!”
da
“Quelli Che…”
- 1975 - Testo Beppe Viola; musica di Enzo Jannacci
Arbitro venduto! (ovvero) di tutti i colori
Il vizio del gol
P
urtroppo il vizio del
calcio porta con sé
un linguaggio mol-
to “colorito”. L’insulto all’arbitro
e agli avversari è atteggiamento
condiviso dai tifosi di ogni ordine e
grado di squadra: dalla blasonata seria A fino ai
campetti di periferia.
Anche durante le partite della san Marco calcio
ogni tanto si sentono i tifosi urlare ed apostrofare
(magari proprio durante la messa) in malo modo
gli avversari o il direttore di gara.
Non si può negare che l’insulto al cosiddetto
“avversario” e a chi si preoccupa del rispetto delle
regole è un male endemico della società civile ita-
liana: ad esempio molti politici pensano di essere
dei “supporter” e non i servitori dello stato in rap-
presentanza dei cittadini.
La demonizzazione e il mancato rispetto dell’al-
tro spalancano le porte alle divisioni, alle lacera-
zioni e, nei casi più gravi, anche a dei veri conflitti
armati.
È notizia che saltuariamente si consumano delle
autentiche guerre tra tifosi attorno agli stadi. L’an-
tidoto a tutto questo può arrivare solo dall’iniezio-
ne - in forti dosi - di rispetto dell’altro, senso civico
e sana passione sportiva.
“E allora sarà ancora bello Quando ti innamo-
ri Quando vince il Milan Quando guardi fuori”
-
Enzo Jannacci 1989. Ciao Enzo
Andrea