Pagina 8 - Il Tassello

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Il campo è il mondo
You’ll never walk alone
Dalla carrozzina di Matteo
I
l mondo visto dallo spazio è un meraviglioso
caleidoscopio di colori, c’è il blu di mari e ocea-
ni, il verde di pianure e foreste, il marrone delle
montagne e il bianco di nuvole e ghiacci; scenden-
do molto più in basso, il nostro pianeta presenta
una miriade di paesaggi diversi, siano essi opera
della natura o dell’uomo, che nel corso della storia
ha costruito prodigi di architettura a se-
conda delle conoscenze e delle tecno-
logie disponibili, da Stonehenge (non
è stato fatto dagli alieni come sostiene
qualcuno) ai grattacieli più moderni
come il Burj Khalifa di Dubai (828 me-
tri di acciaio, cemento e vetro, detento-
re di una serie di record), alle chiese, ai
ponti, alle fabbriche, tutto quello che fa
parte delle nostre città, belle (Roma) o
brutte (Busto Arsizio).
Nel mondo ci sono anche molti cam-
pi, intorno ai quali sono state erette
strutture faraoniche, gli stadi; in Ita-
lia se ne salvano a fatica tre, restando
in Europa (perché se cito gli stadi americani NFL
facciamo notte) i miei preferiti sono Celtic Park a
Glasgow, il mitico Old Trafford di Manchester e il
Westfalen Stadion di Dortmund. Questi stadi han-
no in comune l’atmosfera, l’assenza di barriere tra
campo e spettatori, una lunga tradizione e sono
sempre pieni, ma ognuno ha le sue peculiarità.
Il catino dove gioca la squadra cattolica di Gla-
sgow (club per il quale nutro una simpatia parti-
colare) può ospitare 60.832 caldissimi e pieni di
birra spettatori, i quali prima di ogni partita canta-
no una canzone intitolata You’ll never walk alone
(non camminerai mai solo), la stessa che cantano
a Liverpool; sentirlo in televisione l’effetto è mol-
to bello, sentirlo dal vivo deve fare impressione.
Scendendo verso sud ovest incontriamo la tana dei
diavoli rossi del Manchester United, inaugurato nel
1910 e ingrandito e modernizzato nel corso de-
gli anni,è capace di contenere 75.957
posti a sedere tutti coperti, sul suo
campo sempre spettacolare in ogni
condizione climatica e in tutte le
stagioni hanno giocato calciatori che
hanno fatto la storia del loro sport.
Spostandoci in Germania,nella zona
industriale della Ruhr (posti davvero
squallidi), troviamo lo stadio del Bo-
russia Dortmund, una delle squadre più
spettacolari d’Europa, capace di 80.552
posti a sedere e in piedi nelle partite di
campionato e 65.718 in coppa.
La principale caratteristica di questo
impianto è l’imponente gradinata sud, praticamen-
te un gigantesco muro umano giallo composto da
24.454 persone tutte in piedi come si faceva una
volta. Se il mondo fosse uno stadio dovrebbe essere
un mix di questi tre.
Matteo
Dalla parte del seminatore
Scrittori liberi
I
n campagna la giornata inizia prima che altro-
ve. La terra è ancora avvolta nel silenzio e la
notte indugia sulle zolle.
Il seminatore esce di casa, cammina con le scarpe
sformate e pare che accarezzi il suolo. Il suo primo
pensiero, come ad ogni alba, va al cielo e prega fer-
mo così dove si trova, senza imbarazzo, con le mani
nelle tasche, sfiorando i semi leggeri.
Il seminatore ama quel campo immenso e lascia
che lo sguardo si posi qua e là e giunga fino alle
piante che ne segnano il confine, laggiù all’orizzonte.
Senza fretta lascia cadere i primi semi, si china con
garbo, ne corregge la quantità e la collocazione: né
pochi né troppi, non addossati ma neppure distan-
ti. Ad ogni lancio controlla e aggiusta, poi continua
soddisfatto. Non sente la stanchezza, non bada
al sole ormai sopra il suo capo; sol-
leva soltanto
il cappello
e, con la
m a -