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La Profezia
dell’inasprirsi del conflitto arabo-
israeliano, del proliferare delle
armi nucleari, che fanno temere
l’avvicinarsi di una nuova e cata-
strofica guerra mondiale. In questo
contesto, La Pira vede l’umanità
percorrere il “crinale apocalit-
tico della storia”: come
un cammino di cresta,
avendo da una parte il
baratro dell’apocalisse
nucleare dell’umanità
e sull’altro versante la
possibilità di una pace
duratura, di una nuova
primavera della storia.
La Pira richiama
una certezza e appella
a una scelta. La certez-
za, rivelata dalla fede, è che la dire-
zione della storia, il porto verso il quale è de-
stinata ad approdare la barca dell’umanità è la
pace universale, l’unità di tutti i popoli: questa
direzione è stata impressa alla storia dalla ri-
surrezione di Gesù Cristo, la stella che fa luce
al cammino. La scelta è quella che gli uomini
possono e devono compiere: coltivare il sogno
di Isaia, che è poi il sogno e la promessa di Dio,
decidere per la pace, promuovere la liberazione
e lo sviluppo dei popoli. Una scelta spirituale e
culturale, politica, economica,
che spetta ai governanti e a
coloro che detengono il po-
tere, ma che si deve riflette-
re nelle scelte quotidiane di
ciascuno.
Forse oggi non avvertia-
mo più in modo così acu-
to la paura dell’olocausto
nucleare, ma altre nubi si sono ad-
densate sulla nostra storia: la violenza
terroristica, la paura del suicidio del
pianeta a causa della catastrofe eco-
logica.
Per affrontare e rispondere a
queste paure, la forza della profezia
di Isaia e di un uomo limpido e co-
raggioso come Giorgio La Pira mi
sembra molto preziosa: essa legge
la storia come percorsa dalla straor-
dinaria energia del Signore Risorto, che attira
a sé tutta la famiglia umana e tutta la vicen-
da del mondo. A questa energia si aggrappano
le nostre speranze di fare della piccola storia
quotidiana delle nostre esistenze una storia di
riconciliazione, di far convergere i nostri sen-
tieri confusi e interrotti verso le vie di Dio e di
imparare l’arte di amare.
Don Giuseppe
C
erto che profetizzare
su come sarà la musica
del futuro è un’impre-
sa ardua. Visto però che mi è
stato chiesto di farlo, e con-
sultando gli astri, prevedo che
saremo sempre più sommersi
da squallide canzoncine che i
vari cantautori metteranno sul
mercato per la gioia di ragaz-
zi che si rispecchiano in questi
personaggi.
Questi però dovrebbero,
con più umiltà andare a scuo-
la di musica. È pur vero che a
questi “imbratta carte” quello
che interessa è scrivere parole,
tante parole, moltissime paro-
le, vedi ad esempio i fautori
della musica “REP”.
Sta di fatto che con quattro
accordi ripetuti sistematica-
mente questi signori diventa-
no stelle del firmamento musi-
cale. Si rincorrono, si esaltano
i loro modi di comportarsi, e
sarà sempre più una disfatta
musicale.
Dove sono finite infatti le
belle melodie di qualche tem-
po fa, dove fior fior di musicisti
facevano diventare matti i po-
eti che lavoravano con loro?
Giacomo Puccini faceva
scrivere e riscrivere i versi poe-
tici, utilizzando rime tra le più
Musica Maestro!
Profezie musicali