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Energia per la vita
Musica Maestro!
“Q
uando non sai come
cantare basta che tu
imiti gli uccelli del
cielo. Essi non han-
no parole e non sono andati a
scuola di canto, eppure tutte le
mattine e tutte le sere cantano a
Dio la loro gioia di vivere. Anche
tu puoi ringraziare Dio cantando
con una semplice parola:
“ALLE-
LUIA”
S
i esprimeva così S. Agostino
per incitare i suoi fedeli ad elevare
a Dio un canto. Sì, un canto che
si elevasse verso l’alto, sempre più
su. Anche noi dobbiamo cantare
le lodi al Signore per ringraziarlo
del dono magnifico della vita.
La nostra voce si deve alza-
re, si deve materializzare, e così
dapprima sotto voce poi sempre
più forte, unendoci ad altri che
cantano in coro con noi, impo-
niamo a questa magica nuvola
sonora una forza, uno slancio
che appaga le nostre orecchie e
il nostro cuore e sale su, sempre
Alleluia (Alziamo a Cristo un cantico)
N
ell’estate 1944, rinchiuso nel carcere berli-
nese di Tegel, il pastore Dietrich Bonhoeffer
scrisse una poesia intitolata: “Stazioni sulla
via verso la libertà”. Essa era composta di quattro
strofe, intitolate rispettivamente: Disciplina – Azio-
ne – Sofferenza – Morte.
Le prime due corrispondevano all’esistenza di
Bonhoeffer fino a quel momento, le
ultime due venivano inaugurate pro-
prio quel giorno. Era il 21 luglio, il
giorno prima si era consumato il fal-
lito attentato nei confronti di Hitler
che, nei piani dei cospiratori, avrebbe
dovuto cambiare le sorti della Ger-
mania, rovesciare il regime nazista e
fermare la guerra in corso. Il pastore
Bonhoeffer aveva attivamente par-
tecipato al complotto contro Hitler,
attraverso numerosi viaggi compiuti anche all’este-
ro, in particolare in Svizzera, per tenere i contatti
e scambiare informazioni con gruppi di resistenza
al nazismo ed esplorare i piani di pace di esponenti
cristiani alleati in vista del colpo di Stato e della ces-
sazione della guerra.
La cospirazione attiva del giovane teologo pro-
testante era stato il culmine di una vita di straor-
dinaria energia, vissuta tutta all’insegna della lotta
per la riforma della Chiesa evangelica tedesca, che
nelle sue posizioni ufficiali era schierata al fianco
della dittatura. Una vita appassionata, di profonda
riflessione cristiana e di dibattiti intellettuali ma an-
che di azione energica e coraggiosa, di viaggi, in-
contri, contributo attivo a un vivace movimento di
resistenza per la libertà e la dignità dei credenti, nel-
la convinzione che questi dovessero essere uomini e
donne
responsabili
, “aperti, semplici, diritti”, non
conniventi o arrendevoli davanti alla violenza e alla
follia nazista.
Ora, invece, fallito il tentativo di rovesciare il re-
gime, svanita la speranza di poter essere liberato dal
carcere in cui era rinchiuso da più
di un anno, Bonhoeffer capisce che
comincia il tempo della “sofferenza”.
Dopo essere entrato con forza nella
“tempesta degli eventi”, adesso Die-
trich deve dire a se stesso: “le tue for-
ti, attive mani sono legate. Impotente,
solo, vedi la fine della tua azione”.
Ma questo è il tempo dell’abban-
dono; una nuova, inattesa energia
sorge in lui dall’arrendersi a Dio,
mentre continua a resistere al male: “resistenza e
resa” è appunto il titolo del volume che raccoglie
oggi gli scritti di Bonhoeffer dal carcere.
Condannato a morte, il giovane pastore fu giu-
stiziato all’alba del 9 aprile 1945, a 39 anni. In una
lettera dal carcere aveva scritto: “non solo l’azione,
ma anche la sofferenza è una via verso la libertà. La
liberazione nella sofferenza consiste in questo, che
all’uomo è possibile rinunciare totalmente a tene-
re la propria causa nelle proprie mani, e riporla in
quelle di Dio”.
È così che la morte di un uomo giusto è diventata
energia di vita per tutti coloro che credono nella di-
gnità dell’uomo e nella fedeltà di Dio.
Don Giuseppe
Azione e sofferenza:
l’energia vitale di Bonhoeffer