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Energia per la vita
Energia per la vita
Scrittori liberi
I
n quasi tutti gli esami universitari che ho dovu-
to affrontare per raggiungere l’agognata laurea
c’era sempre di mezzo l’energia e anche quan-
do non veniva citata nella disciplina era comun-
que sottintesa poiché, ormai lo avevo assimilato, in
ogni essere vivente qualsiasi processo metabolico
funziona con l’energia.
La disciplina che la spiega al me-
glio è senza dubbio la fisica in cui
si analizzano in termini teori-
ci e matematici le “leggi”
che la governano. Questa
conoscenza permette di
agevolare gli aspet-
ti energetici presen-
ti in altre discipline
scientifiche, tra cui
l’energia nei siste-
mi ecologici, dove
il punto di partenza
è la legge della con-
servazione dell’ener-
gia cioè “l’energia può
essere trasformata da un
tipo all’altro ma non può
essere né creata né distrutta”;
l’energia fluisce quindi da una
forma all’altra: è in continuo movi-
mento, in un unico senso. Poi, segue la se-
conda legge che afferma che “nessuna trasforma-
zione spontanea dell’energia avviene con un’effi-
cienza del 100%”, quindi tutte le trasformazioni
energetiche hanno una “perdita” o meglio: c’è
dell’energia non utilizzabile che si allontana come
calore.
Gli esseri viventi (anche una loro singola cel-
lula) sono tuttavia capaci di migliorare la quali-
tà energetica mediante un continuo lavoro capace
di allontanare l’energia degradata. Ad esempio,
quando i miei bambini iniziano a giocare con i
mattoncini “
lego
” capovolgono il loro contenitore
e tutti i pezzi finiscono caoticamente sul pavimento
(energia dispersa), poi la loro fantasia li porta a
costruire oggetti via via più articolati e comples-
si, utilizzando quasi tutti i componenti e ricreando
così un certo ordine (energia di qualità maggiore),
allo stesso tempo consumano una parte della loro
energia metabolica che potranno recuperare col
sonno e/o col cibo o attingendo alle loro riserve.
Dato l’esempio sopra citato, si è soliti osservare
l’energia che hanno i bambini e i giovani: è di qua-
lità e di quantità notevole, spesso sorprendente.
Molti riescono davvero ad ottimizzarla cioè a dissi-
pare il superfluo e a conservarne la qualità sia nelle
prestazioni richieste in ambito scolastico ed extra-
scolastico sia nelle relazioni sociali.
Questo l’ho potuto verifica-
re recentemente nella visione
del musical “Joseph”, rea-
lizzato dalla compagnia
teatrale dell’oratorio S.
Filippo, composta so-
prattutto da giovani
e anche da bambini
che sono stati capaci
di coinvolgere con la
loro bravura e con la
loro energia tutto il
pubblico presente in
sala e anche al termi-
ne, quando molta gen-
te era uscita da teatro, si
sono rimessi a cantare per
un gruppo di bambini rimasti
ad ammirarli, utilizzando magari
quelle energie di riserva che ciascu-
no di noi possiede ma che spesso rimangono
inutilizzate o sono attivate in situazioni particola-
ri, a volte di emergenza, quando ci si stupisce per
quello che si riesce fare.
L’energia è un argomento che mi piace e potrei
dilungarmi fino ad appesantire questo mio scrit-
to su tematiche complesse e magari noiose, quindi
vorrei terminare con un semplice paragone: ener-
gia e Fede.
La Fede non si crea e non si distrugge, ci è do-
nata. La Fede è in continuo movimento: a volte
si riesce ad accrescerla qualitativamente col fare
sacro ogni evento che la vita ci propone, altre volte
può accadere che si degradi in una forma inferiore
ma comunque presente in ciascuno di noi e capace,
anche se dissipata, di trasferirsi da un individuo ad
un altro.
Tanta energia, tanta Fede, per tutti Voi!
Giulia