Pagina 10 - Il Tassello

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I beni della Chiesa
e ad iniziare la sua professione-missione di medico
condotto a Morimondo. Per sei anni fu il “dottor
carità” che accorreva ad ogni ora del giorno e della
notte, inoltre collaborava con il parroco alle varie
attività della parrocchia. Le sue doti erano soste-
nute dalla preghiera assidua a Gesù Eucaristico,
dalla partecipazione alla Santa Messa e dalla recita
del Rosario. Nel 1927 entrò nell’ordine ospedaliero
del Fatebenefratelli con il nome di Fra Riccardo
e durante il noviziato svolse lavori umili, tuttavia
veniva chiamato frequentemente per assistere ma-
lati e tutti rimanevano stupiti della sua scienza. Fu
infine assegnato all’ambulatorio dentistico dove
molte persone lo cercavano non solo per essere cu-
rati o consigliati sulla corretta terapia ma anche
per essere da lui benedetti. Era instancabile, non si
risparmiò anche quando la malattia lo stava con-
sumando. Muore il 1 maggio 1930 a Milano.
Per san Riccardo ogni cosa parlava della poten-
za infinita del Divin Creatore e della sua infinita
bontà e oggi è lui stesso esempio di questo Bene che
ognuno di noi è invitato ad assaporare e a condivi-
dere con i fratelli.
Giulia
Mettetevi nei suoi panni…
La cucina di Pippo
È
un vecchio film, del 1968. Non ha avuto un
grande success, ,anzi, in alcuni paesi come
l’Italia è stato osteggiato dalle gerarchie ec-
clesiastiche oltre che stroncato dalla critica. Quasi
nessuno si ricorda nemmeno più che sia stato girato,
nonostante un cast “stellare”, come si è soliti dire.
Mi riferisco al film “l’uomo venuto dal Cremlino”,
titolo volutamente più intrigante di quello originale,
“nei panni di Pietro”, escamotage degli esperti di
marketing che, richiamando i film di spionaggio
allora in voga, cercavano di dare una spinta alla
pellicola (senza grande successo). Il titolo originale
poi (the shoes of the fisherman), ricorda un detto
inglese per cui “prima di criticare qualcuno, percor-
ri un miglio con le sue scarpe” .
Cosa c’entra tutto ciò con questo numero del
Tassello, nell’anno del Signore 2014? C’entra con la
scena finale, in cui il neo eletto (ed incoronato) papa
il primo dell’est Europa, anticipando di 10 anni
l’elezione di Papa Giovanni Paolo II; Il personag-
gio tra l’altro si ispira a due arcivescovi della chiesa
ortodossa, vittime delle purghe sovietiche, uno dei
quali beatificato da Papa Wojtyla), si toglie il trire-
gno dal capo (anticipando la decisione di Papa Lu-
ciani di non essere incoronato), usa parole che tanto
ricordano quelle di Papa Francesco, terminando
con l’annuncio della volontà di impegnare e vendere
i beni della chiesa, anche tutti, pur di poter sfamare
milioni di persone, forse non cristiani, ma comun-
que fratelli, minacciate da una grave carestia (ed
incidentalmente allontanare il rischio di un conflitto
nucleare, altro spauracchio tipico dei film dell’epo-
ca). Forse una visione puerile e “cattosessantotti-
na”, come è stata definita da alcuni, sicuramente
un film non eccezionale, lungo e lento nei tempi,
però profetico, che nel bene e nel male mostra quel-
la faccia della chiesa in cui ci piace riconoscerci, che
non è quella degli uomini d’affari in clergy che ogni
tanto occhieggia dalle pagine di cronaca.
E la ricetta? Probabilmente è il piatto più cuci-
nato al mondo. Io lo uso come contorno a pietanze
ben più succulente, come alternativa al riso Pilaff.
Per altri è l’unica pietanza.
Yuk! Yuk!! E buon appetito da Pippo.
Silvio
R
ISO
ALLA
CREOLA
Riso basmati, 70 gr per commensale (non usare altre varietà, se non si vuole mettere in tavola
un piatto di colla!). Acqua, il doppio del peso del riso. Sale q.b.
In una pentola mettere, a freddo, il riso, il sale e l’acqua. Portare ad ebollizione e far bollire
a fuoco vivo fino all’evaporazione dell’acqua. Spegnere, coprire e lasciar riposare per 10’.
Sgranare con una forchetta. È pronto da mettere in tavola.