Pagina 4 - Il Tassello

Versione HTML di base

4
Anima e corpo
L’uomo è presentato dalla Bibbia in modo
globale: corpo, anima e spirito, non sono parti
accostate o in opposizione, ma aspetti diversi
dell’unico essere. La Bibbia per indicare l’ani-
ma adopera comunemente la parola vita, che
ha il significato di alito, respiro, fiato:
“Dio plasmò l’uomo con polvere del
suolo e soffiò nelle sue narici un
alito di vita e l’uomo divenne
un essere vivente”
(Gen 2,7).
L’uomo possiede la vita,
cioè diventa essere vivente
mediante la partecipazione
del principio vitale. Corpo
e anima sono ugualmente
dono del Creatore; il corpo
non è la prigione dell’anima,
ma è il tempio dello Spirito
santo. Corpo e anima sono
essenzialmente complemen-
tari, ordinati a formare un solo
individuo.
Purtroppo una profonda rottura
si è prodotta nell’uomo a causa del pecca-
to che ha colpito tutto l’uomo: non solo il corpo
e le sue conseguenze, è la morte che raggiun-
ge tutto l’uomo, anima e corpo. Questa rottura
viene espressa da Paolo e Giovanni con l’an-
titesi: carne e spirito, uomo esteriore e uomo
interiore, uomo vecchio e uomo nuovo. Colpiti
dalla potenza della morte corpo e anima devo-
no essere liberati dalla potenza dello Spirito di
Dio. Ciò sarà possibile perché Gesù ha vinto la
morte ed è risorto egli stesso, corpo e anima,
dopo aver sperimentato l’amarezza della mor-
te. La malattia, le sofferenze sono l’inizio del
declino del corpo umano.
L’attenzione alla vita umana, particolar-
mente a quella maggiormente in difficoltà, cioè
all’ammalato, all’anziano e al bambino, coin-
volge profondamente la missione della Chiesa.
Alla luce della fede e della retta ragione la
vita umana è sempre sacra e sempre di qualità.
Non esiste una vita umana più sacra di un’al-
tra: ogni vita umana è sacra, valida e inviolabi-
le e come tale va amata, difesa e curata.
Il pensiero dominante oggi propone a volte
una falsa compassione, quella che si ritiene sia
un aiuto alla donna: favorire l’aborto, un atto
di dignità procurare l’eutanasia, una conquista
scientifica produrre un figlio, considerato come
un diritto, invece di accoglierlo come un dono,
o usare la vita umana come cavia di la-
boratorio per salvare altre vite. La
compassione evangelica invece è
quella che accompagna al mo-
mento del bisogno, cioè quel-
la del buon samaritano che
vede, ha compassione, si av-
vicina e offre aiuto concreto.
Giocare con la vita è perico-
loso, dice papa Francesco ai
medici. State attenti perché
questo è un peccato contro
il Creatore, contro Dio cre-
atore che ha creato le cose
così. L’aborto è un problema
religioso? No, è un problema
filosofico, scientifico, perché lì
c’è una vita umana e non è lecito far
fuori una vita per risolvere un problema.
Siamo tutti arrabbiati verso quei carnefici
che tagliano la gola a un prigioniero davan-
ti a una telecamera da trasmettere a tutto il
mondo; e invece non ci meravigliamo per quei
bambini fatti fuori scientificamente.
La Chiesa, madre e maestra premurosa, non
ha paura di rimboccarsi le maniche per versare
olio e vino sulle ferite dell’uomo, e non guarda
l’umanità da un castello di vetro per giudicare
o classificare le persone. Questa è la Chiesa che
non si vergogna del fratello piagato e non fa
finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e
obbligata a rialzarlo, incoraggiarlo a riprende-
re il cammino, lo accompagna verso l’incontro
definitivo con il suo sposo nella Gerusalemme
celeste. Questa è la nostra Chiesa, Chiesa ma-
dre. E noi, Chiesa di Dio, comunità di santa
Maria Regina abbiamo cura di chi è nel dolo-
re, è malato? Abbiamo imparato ad ascoltare
e avere compassione, a soffrire con quelli che
soffrono? Certe realtà della vita si vedono sol-
tanto con gli occhi puliti dalle lacrime.
Papa Francesco nel messaggio per la XXIII