Pagina 3 - Il Tassello

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I luoghi dello spirito
IN QUESTO NUMERO
1. A
GOSTO
2006
Don Attilio
2. L
A
CITTÀ
COME
LUOGO
DELLO
SPIRITO
Don Giuseppe
3. I
L
PELLEGRINAGGIO
Don Peppino
4. U
N MIO
COLLEGA
Gianfranco Stoppa
5. P
INVECCHIO
...
Andrea Inzaghi
6. L
A
PREGHIERA
Marisa Tosi
7. I
LUOGHI
DELLO
SPIRITO
Giulia Zanardi
8. C
HOCOLAT
Silvio Ceranto
9. I
L
DONO
...
SILENZIOSO
Antonella Bellotti
CALENDARIO
10. U
N
BATTITO
DI
ALI
Luca Tessaro
11. I
N
TUTTA
COSCIENZA
Matteo Tognonato
12. L’
APPRENDISTA
STREGONE
Giovanni Grampa
13. S
ETIRSI
A
CASA
Antonella Martino
AGENDA
I
l pellegrinaggio sta diventando sempre più
importante nella pastorale della Chiesa.
Perché? I giorni del pellegrinaggio, con
l’atmosfera che li contraddistingue, possono
essere l’occasione propizia per far conoscere
le verità profonde del Vangelo.
Il mondo è distratto da tante cose, concen-
trarsi su un luogo, un tema, in un clima di
raccoglimento può far bene all’anima, soprat-
tutto per chi, pur dichiarandosi credente, fre-
quenta poco la chiesa e forse la sua conoscen-
za un po’ rudimentale della fede.
Per questo il pellegrinaggio può essere un
valido strumento. A patto di elevarne la qua-
lità.
Giovanni Paolo II nella “Novo millenium
ineunte” ha detto:
“Dobbiamo essere corag-
giosi e orientare i pellegrini verso quella mi-
sura alta della vita cristiana ordinaria e pro-
porla a tutti con convinzione.”
Siamo tutti divisi nella vita ordinaria,
ognuno va per la sua strada e in fretta, senza
guardarsi attorno. Il pellegrinaggio porta si-
lenziosamente il suo contributo a un’opera di
Il pellegrinaggio
Sguardo sulla storia e sul mondo
re la storia dell’umanità nel giardino dell’Eden e
la fa terminare, per un tempo senza fine, in una
città, appunto la Gerusalemme che scende dal
cielo, da Dio, come un dono.
Ma Martini amava anche le altre due gran-
di città che hanno segnato la sua esperienza di
fede, Roma dove ha studiato e insegnato a lun-
go, e Milano, dove come vescovo – ammetteva
lui stesso – aveva imparato ad amare realmente
la Chiesa.
Martini non nascose mai l’aspetto di “maledi-
zione” della città: nel 1991 intitolava una lettera
alle comunità ecclesiali di Milano:
Alzati, va’ a
Ninive la grande città!
, associando quindi Mi-
lano alla città biblica simbolo del male e della
corruzione. Eppure, la città è realmente luogo
di salvezza: nella lettera appena citata il vescovo
immaginava che nella città si svolgesse quotidia-
namente “una lotta continua tra luce e tenebre,
tra amore e pigrizia, tra dono gratuito e ripiega-
mento su di sé”; nella città – scriveva – non c’è
da aspettarsi successi clamorosi o conversioni di
massa, ma in essa ogni giorni avvengono “scon-
finamenti difficili” delle frontiere della fede, cioè
passaggi di persone “tra l’oscurità e la luce, tra
la penombra e il calore del sole”, ma anche “tra
la verità e il buio, tra la certezza e il dubbio, la
sfiducia”.
Occorre – concludeva – che vi siano molte
guide volonterose e amorevoli, preti e laici, che
accompagnino questi sconfinamenti: “sui confi-
ni tra fede e incredulità si può attuare uno stra-
ordinario apostolato del dialogo, del conforto,
dell’esempio”.
Don Giuseppe