Pagina 5 - Il Tassello

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Educarsi al pensiero di Cristo
uno spirito superiore a quello materiale di cui par-
lavano i miei vecchi professori? Eh sì! Lo spirito
era lì vicino a me e io non me ne accorgevo.
Dirigevo infatti negli anni settanta il coro dei
bambini di Madonna Regina, la nostra chiesa.
Il Parroco, Don Valerio, mi aveva contattato
tramite la mia prima insegnante di pianoforte Lu-
igia Cozzi allora organista della chiesa, a dirigere i
canti durante la S. Messa, sapeva-
no infatti entrambi che mi stavo
diplomando in Musica Corale e
Direzione di Coro al Conser-
vatorio “Antonio Vivaldi” di
Alessandria.
Era allora, durante quelle
S. Messe che vedevo scende-
re in chiesa lo Spirito, uno
Spirito che elevava i cuori.
Non avevo bisogno di dire a quei
bambini e
bambine di cantare con Spirito, “Erano pieni di
Spirito” ne avevano da vendere. Ma la cosa più
eclatante è stato quando durante lo studio di com-
posizione classica ho assistito all’esecuzione corale
di un quartetto di professionisti che hanno presen-
tato nell’aula magna del Conservatorio “Vivaldi”
un “Cantico delle Creature” scritto da un povero
frate francescano che era mio compagno di studi.
“Lo spirito di quella esecuzione, la bellezza di quel-
le voci, la sublime scrittura poetica e musicale, mi
fecero capire che forse noi musicisti, qualche volta
veniamo colpiti dallo “Spirito di Cristo quello che
fa rifiorire il deserto” e senza il quale qualunque
brano di musica può essere cestinato.
Un’ultima nota poi finisco.
In
questi giorni ho preparato per il coro
“Riso e Canto”, che prova nel-
la nostra parrocchia, un brano
consigliatomi dal Dott. Silvio
nostro corista. Si tratta del
famoso brano “Benedicat
frate Leo te” una lettera di
S. Francesco indirizzata a
frate Leone con parole tratte
anche dalla Bibbia Eh! Beh!
Devo essere sincero senza l’aiu-
to dello “Spirito di Cristo” la composizione da me
fatta non sarebbe venuta così bene, ed è magnifico
sentire cantare i miei coristi con lo spirito giusto.
Grazie o “Spirito” che mi aiuti in una così diffi-
cile attività. Ciao Gianfranco
Gianfranco
Un sacro senza senso
Sala professori
U
na curva presa a tutta velocità ha portato
alla morte Davide un alunno 18enne insie-
me al suo amico Mirko di 19 anni. I ragaz-
zi erano molto conosciuti in paese, a Cesate, dove
abitavano e Davide godeva di una certa notorietà
a scuola visto il fisico palestrato ben esposto, gli
orecchini di ordinanza ed il look sempre curatis-
simo.
Era ben voluto da molti. Martedì pomeriggio è
stato celebrato il funerale dei due amici: tutti i ra-
gazzi di Cesate e tanti compagni di scuola erano
presenti. Chiesa strapiena, sagrato e area antistan-
te al sagrato anche. Molti di loro erano visibilmen-
te disperati. La funzione religiosa è stata sobria,
il celebrante ha parlato brevemente nella predica:
Ai genitori, che piangono i loro figli e sono scon-
volti da questa perdita, noi tutti diciamo: ‘Vi siamo
vicini. Siamo con voi. Non vi faremo sentire soli’.
Ma dove non possiamo arrivare noi chiediamo al
Signore di far sentire loro il suo abbraccio: perché
chiedere aiuto è un gesto di coraggio”.
Gli stessi genitori dei ragazzi, al termine della
funzione hanno fatto leggere un messaggio rivolto
a tutti i giovani presenti:
“Avete il mondo in mano
ma dosate la vostra potente giovinezza. Siate uniti
soprattutto coi vostri genitori”
.
Al termine della celebrazione molta amarezza
per tutti. Amarezza anche perché l’evento stesso
ha avuto due “registri”; infatti, è sembrato a più
persone, oltre che a me, che i ragazzi presenti non
sono riusciti a comprendere il rito che si stava cele-
brando. È stato necessario per loro rendere – a loro
modo “speciale” questo evento aggiungendo aspetti
simbolici estranei al rito funebre. Questo “rendere
speciale” il rito ha dato loro un po’ di senso a quel-
lo che succedeva visto che non hanno compreso il
valore del rito funebre stesso, anche il lessico ed i
simboli tipici della funzione funebre cristiana per