Pagina 3 - Il Tassello

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Opere di misericordia corporali
IN QUESTO NUMERO
1. D
AR
DA MANGIARE
AGLI
AFFAMATI
Don Attilio
2. V
ISITARE
I
CARCERATI
Don Giuseppe
3. V
ISITARE
I MALATI
Don Peppino
4. V
ISITARE
I
CARCERATI
Gianfranco Stoppa
5. A
IUTA
CHÉ
IL
C
IEL
TI
AIUTA
-
MA
COME
TI
VESTI
?
Chiara Pesenti
6. V
ISITARE
È
ACCOGLIERE
Marisa Tosi
7. I
L
FUTURO
DEI MIEI
Giulia Zanardi
8. A
LEE
O
O
ALEE
OO
Andrea Inzaghi
CALENDARIO
9. C
OMBATTERE
LA
FAME
Matteo Tognonato
10. D
AR
DA
BERE
AGLI
ASSETATI
:
ACQUA
FONTE
VITALE
Luca Tessaro
11. A
NIMULA
VAGULA
BLANDULA
Silvio Ceranto
12. C
ANZONE
PER
UN
AMICA
Giovanni Grampa
13. I
L
T
ASSELLINO
- L
O
SPAZIO
DEL
CUORE
Elisa Falduto
AGENDA
S
econdo l’intenzione del Creatore l’uomo
dovrebbe vivere in un paradiso terrestre,
in una condizione di perfetta armonia
con Dio, con gli altri, con la natura e con sé
stesso. Purtroppo questa condizione è anda-
ta perduta a causa del peccato: la natura si
è ribellata contro l’uomo, perché l’uomo si è
ribellato a Dio.
Nati e cresciuti nella civiltà del benessere,
noi rivendichiamo il diritto alla felicità: non si
deve più soffrire. Se capita una malattia ci deve
essere una soluzione, la scienza deve trovarla.
Visitare i malati
Sguardo sulla storia e sul mondo
giorno il cappellano don Marco:
in carcere si annullano le diffe-
renze, il ricco e lo sbandato, il
potente e il disperato diventano
uguali, appena entra in carcere
generalmente una persona per-
de le sue difese e soprattutto nel
colloquio personale con il mini-
stro della Chiesa ritorna come
un bambino, assalito da paure e
sconforto, desideroso di aiuto e
di protezione.
Il carcere è un mondo a sé,
con la sua popolazione fatta di
detenuti ma anche di guardie, di volontari e altri
operatori; l’impressione più forte la sperimento
non quando entro, ma quando esco, scoprendo
per un attimo le infinite possibilità che ha davan-
ti chi vive libero, rispetto a coloro la cui esistenza
è delimitata da muri e sbarre e i cui movimenti
sono costantemente monitorati: quanto è fuori
luogo la parola “privacy” in carcere! Eppure,
intuisco che si può essere liberi anche lì dentro,
addirittura proprio lì dentro, esattamente se si
ha il coraggio di incontrare auten-
ticamente se stessi e di cercare il
volto di Dio. Capisco che, in con-
fronto, la libertà di movimento di
cui si gode “fuori” si accompagna
spesso al rischio di vivere in modo
superficiale.
Concludo con la testimonianza
di un diacono permanente che da
più di un anno svolge il suo mini-
stero a S. Vittore, in riferimento
alla conversione al cristianesimo
di un giovane musulmano che ha
chiesto di ricevere il battesimo in
carcere: “laddove l’uomo sembra miseramente
fallire, Dio – il
Padre misericordioso
– pare ca-
pace di compiere autentici miracoli. Il suo desi-
derio di abbraccio rimane testardamente fedele
e determinato nell’accogliere tutti, senza distin-
zione di peccato. Anche quelli che si credono
‘buoni’. Io, per esempio, presente in entrambe
le categorie”.
Don Giuseppe