Pagina 3 - Il Tassello

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La misericordia per il nostro pianeta
IN QUESTO NUMERO
1. I
L
S
IGNORE
D
IO
PLASMÒ
Don Attilio
2. D
IO
IN
TUTTE
LE
COSE
Don Giuseppe
3. C
OM
ERA
BRUNA
LA MIA
TERRA
Don Peppino
4. I
SUONI
DELLA
T
ERRA
Gianfranco Stoppa
5. P
ER
UNA
ECOLOGIA
DELLE
RELAZIONI
A
SCUOLA
Andrea Inzaghi
6. E
CO
-
ILLOGICA
Chiara Pesenti
7. C
AMBIARE
SI
PUÒ
Marisa Tosi
8. O
NORA
LA MADRE
Silvio Ceranto
9. C
URARE
QUANDO
SI
PUÒ
,
PRENDERSI
CURA
SEMPRE
Antonella Bellotti
CALENDARIO
10. V
ITA
E
AMORE
DI
D
IO
Luca Tessaro
11. P
ER
IL
R
E
E
LA
P
ATRIA
Matteo Tognonato
12. U
N
ALBERO
DI
TRENTA
PIANI
Giovanni Grampa
13. M
ENO
È
DI
PIÙ
Giulia Zanardi
14. I
L
T
ASSELLINO
- G
IULIO
E
LE
NUVOLE
Elisa Falduto
AGENDA
L
a terra è casa comune, va rispettata e
amata, dice papa Francesco.
Quando penso a mio padre, contadi-
no, mi viene sempre in mente quel proverbio
che lui mi citava frequentemente
: “La terra è
come la donna, se la ami ti è madre, se non la
ami ti è matrigna”.
Mio padre ha amato molto
la terra. Pagava l’affitto agli Istituti di Bergamo,
padroni della zona, per casa, stalla, 50 pertiche
di terreno (la pertica bergamasca corrisponde
a 650 mt.) e con il suo lavoro manteneva 8 fi-
gli. Naturalmente oltre a far fruttificare la terra
con il sudore della sua fronte, cercava anche
altri lavoretti. Il suo lavoro principale era la-
vorare la terra: i Pianei, i Campelos, frumento,
granoturco, patate e prato. Com’era bello ve-
dere arare la terra in autunno! Due contadini si
mettevano d’accordo: con il mio e il tuo cavallo
oggi ariamo il mio campo, domani il tuo. E la
terra fumava, sembrava che dicesse grazie al
contadino che la lavorava. Come era bello poi
ammirare il frumento che biondeggiava a giu-
gno, ma come era faticosa la mietitura. Quan-
do leggo le parole di Gesù
: “Guardate le mes-
si che biondeggiano…”
penso alla mia terra e
vedo ancora mio padre guardare soddisfatto,
Com’era bruna la mia terra
Sguardo sulla storia e sul mondo
vogliamo – e se il paragone non suona irriveren-
te, Giovanni Grampa mi perdonerà… – è un po’
il concetto espresso da Jovanotti in
Chissà se stai
dormendo
: “ti vedo scritta su tutti i muri ed ogni
canzone mi parla di te”. Dio, l’Amato, per colui
che lo ama è tutto e tutte le cose sono Lui, così
come l’evangelista Giovanni afferma nel Prolo-
go del suo Vangelo: “ciò che fu fatto, in Lui era
vita” (Gv 1,4 secondo una traduzione diversa da
quella accolta dalla CEI). Precisa Giovanni del-
la Croce: quello che sto dicendo non è che vedo
tutta la creazione in Dio che ne è l’autore, ma
che nel godere di Dio e di tutti i suoi doni, Dio
è per me tutte le cose, le montagne imponen-
ti, belle, graziose e fiorite, le valli dolci, fresche,
ombreggiate, ricche di acque, che danno refri-
gerio e riposo, i fiumi che travolgono e sommer-
gono, il vento che ti accarezza, la notte piena di
pace nella quale già filtra la luce del mattino.
“Tutto mi parla di te”: la creazione è da custo-
dire perché per il cuore innamorato di Dio essa
è il linguaggio con cui Dio parla e si fa percepi-
re, linguaggio della tenerezza, dell’incanto, della
freschezza rigeneratrice, della forza che vince
ogni male, della pace indicibile che conquista.
La creazione diventa come un canto corale, non
però che canta la bellezza di Dio, ma il canto di
Dio stesso che risuona in tutto ciò che esiste per
dire all’uomo che lo ama.
Don Giuseppe