Pagina 3 - Il Tassello

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Scegli (il) bene
Come Chiara scelse Dio e l’unità
Era il 1943. Infuriava la guerra anche a
Trento. Rovine, macerie, morti”. In que-
sta situazione, una giovane donna che
si chiamava Silvia Lubich con alcune amiche
cerca conforto nella fede e nell’ascolto della
parola di Dio. Un giorno si trovano in una can-
tina buia, con una candela accesa e il Vangelo
in mano; lo aprono e rimangono colpite dalle
parole di Gesù nell’ultima preghiera al Padre
prima di morire: “Padre… tutti siano una cosa
sola” (Gv 17,21). Capiscono che per loro que-
sto può essere un programma di vita.
Col passare dei giorni, mentre i bombardamenti
continuano, Silvia e le sue amiche riflettono sui
propri ideali, sui propri sogni: “Una amava la
casa: viene sinistrata. Una seconda si preparava al
matrimonio: il fidanzato non torna più dal fronte.
Il mio ideale era lo studio: la guerra m’impedisce
di frequentare l’università”. Da queste esperienze
Silvia e le altre traggono una conclusione, impa-
rano una lezione che Dio sta dando loro: tutto è
vanità, tutto passa. Nello stesso momento, capi-
scono che Dio mette nel loro cuore una domanda
e insieme dà loro la risposta: ci sarà un ideale che
non muore, che nessuna bomba può far crollare,
e al quale donare tutte noi stesse? La risposta è lì,
a portata di mano: sì, questo ideale c’è ed è Dio.
Silvia e le sue amiche decidono che Dio sarà l’ide-
ale della loro vita, scelgono Dio come il tutto per la
loro esistenza, quel Dio che in mezzo alla guerra,
all’odio e alla violenza continua a manifestarsi con
il suo vero volto, che è Amore.
Ma come mettere in pratica quell’ideale? Le ra-
gazze vivono insieme in un piccolo apparta-
mento a Trento, mentre le loro famiglie sono
sfollate nelle valli. Ogni tanto sono costrette a
correre nei rifugi, quando suona l’allarme, e
non possono portare con sé che il piccolo libro
del Vangelo. In esso è scritto con forza e a più
riprese di amare il proprio prossimo come se
stessi. Si guardano attorno: c’è una vecchietta
che a malapena, quasi trascinandosi, riesce a
raggiungere il rifugio, e l’aiutano, la sorreggo-
no; ci sono cinque bambini spaventati accanto
alla loro mamma, li prendono in braccio e li
riaccompagnano a casa una volta cessato l’al-
larme; c’è un malato bloccato a casa, senza
possibilità di ripararsi, vanno a trovarlo, pro-
curandogli le medicine di cui ha bisogno.
Le esperienze evangeliche che Silvia e le altre
ragazze fanno in questo modo le rendono sem-
pre più sicure e convinte che davvero, in mezzo
alla guerra, si può toccare con mano che Cristo
è risorto, che Gesù è vivo, vivo nella carità ver-
so chi ha bisogno, vivo e presente nell’unità che
cresce tra di loro: “siano anch’essi in noi una
cosa sola, perché il mondo creda” (Gv 17,21).
Il Movimento dei Focolari, oggi diffuso in tut-
to il mondo, nacque così, nel cuore della notte
della guerra, dall’esperienza di Chiara Lubich
(Silvia assunse questo nome in omaggio a S.
Chiara d’Assisi al momento dell’ingresso nel
Terz’Ordine Francescano) e delle sue prime
compagne. Esse avevano saputo interpretare i
segni di dolore e di morte come un appello a
scegliere Dio come unico bene che non muore
e che si realizza concretamente nel bene della
fraternità e dell’unità, che germoglia nella carità.
Don GIUSEPPE
IN QUESTO NUMERO
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Don Attilio
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Luca Tessaro
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Chiara Pesenti
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Gianfranco Stoppa
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Giovanni Grampa
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Silvio Ceranto.
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Andrea Inzaghi
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Antonella Bellotti
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Matteo Tognonato
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Marisa Tosi
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Elisa Falduto
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17.
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